Non bastavano i ritardi: addio al bonus

Rivoluzione rimborsi Da aprile si passa a un indennizzo che il viaggiatore dovrà chiedere di volta in volta. La novità è contenuta nel Contratto di servizio con Trenord - La Regione si dice pronta ad aprire un confronto

C’erano una volta i bonus di Trenord. Con l’inizio di aprile 2024, infatti, finirà l’era degli sconti automatici sugli abbonamenti mensili in caso di pesanti disservizi e di ripetute cancellazioni: è quanto prevede il nuovo Contratto di servizio, rinnovato per altri dieci anni tra Regione Lombardia e la società che gestisce il trasporto ferroviario locale. La riduzione generalizzata del 30 per cento, finora concessa in caso di sforamento dello standard minimo di qualità, sarà sostituita con indennizzi che, tuttavia, dovranno essere richiesti di volta in volta dai singoli viaggiatori.

Quando si cambia

A livello pratico, l’ultimo bonus che darà diritto allo sconto sul costo dell’abbonamento sarà quello che, maturato nel mese di novembre, scatterà il prossimo febbraio. Da aprile, invece, come accennato tale meccanismo non sarà più in vigore e verrà soppiantato da un sistema potenzialmente meno accessibile da parte di tutti.

È l’allarme che lancia Gianfranco Bordoni, già consigliere comunale di Sondrio, impegnato negli ultimi mesi in un’intensa campagna di sensibilizzazione in merito ai disservizi ferroviari in provincia e in regione. «Tantissime persone non ne sono consapevoli oppure non hanno le abilità per completare questo tipo di procedura, che di certo non è immediata: significa, infatti, doversi iscrivere online a un portale oppure scaricare un modulo in pdf da compilare a mano, se non si è in grado di farlo direttamente sul proprio dispositivo».

Si punta alla rinuncia

Insomma, una lungaggine in più che, alla lunga, potrebbe spingere i pendolari a farne a meno, rinunciando di conseguenza al più che doveroso sconto. «La ratio di questa modifica - puntualizza - a mio avviso è legata essenzialmente a un risparmio da parte di Trenord. È chiaro che gli automatismi di sconto portano a una ricaduta economica distribuita, mentre se si chiede al cliente di sollevare istanza di rimborso si arriva a un abbattimento dei costi».

Per Bordoni «è chiaro che da parte della società ci sia più di un interesse ad arrivare non più a un rimborso automatico, ma a uno “on demand”». Nemmeno l’attuale sistema di sconto - va riconosciuto - è esente da situazioni paradossali: come ben sanno i pendolari, infatti, «la riduzione del 30% è limitata ai soli abbonamenti mensili, escludendo di fatto le soluzioni integrate “Io viaggio”».

Al di là di questo, tuttavia, a ben vedere la questione primaria è un’altra ed è ben più grave. «Il rimborso, infatti, nasce laddove c’è disservizio e il disservizio è figlio di un sistema che non funziona». Ne sono testimonianza, ancora una volta, i ritardi verificatisi in particolare ieri pomeriggio, a causa di un guasto all’infrastruttura tra Lierna e Varenna-Esino Lario.

Il trasporto su rotaia soffre

«Guasti e disservizi sono ormai fisiologici non solo per quanto concerne la nostra linea, ma - in generale - in tutta la regione». La notizia degli indennizzi al posto dei bonus ritardi può essere interpretata, dunque, «come la goccia nel vaso che ormai ha raggiunto il limite massimo di capacità», spiega sempre Bordoni.

Preoccupazione emerge anche dai rappresentanti dei pendolari alla Conferenza regionale del trasporto pubblico locale: pur favorevoli «a una revisione del sistema dei bonus nella direzione di una maggiore equità ed estensione anche ai titoli integrati», sono stati loro a lanciare l’allarme nei giorni scorsi, ricordando che l’attuale sconto «non costa nulla a Regione Lombardia, essendo finanziato con parte dei proventi delle penali comminate a Trenord a fronte dei disservizi».

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