Motoraduno Guzzi, esposta
la Sport 14 del pittore Ligabue

Aperta ieri l’edizione 2024 della festa. La “star” dell’evento è una delle trentatre Guzzi appartenute al pittore, che vendeva i suoi quadri proprio per raccogliere i soldi ed acquistarle

Era attesa proprio come una star a Mandello la Moto Guzzi appartenuto al pittore di Gualtieri Antonio Ligabue e da oggi gli appassionati i cultori del marchio dell’aquila avranno la possibilità di vederla nel suo splendore. Una delle trentatre Guzzi appartenute al pittore, che vendeva i suoi quadri proprio per racimolare i soldi per acquistarle, e con le sue moto andava fiero in giro per la campagna.

In molti quadri il pittore aveva immortalato le sue moto, ma sicuramente la Guzzi Sport 14 del 1930 è stata quella che Ligabue ha amato di più e che sta a sottolineare il suo smisurato amore proprio per casa di Mandello. Infatti lo Sport 14 venne prodotto a Mandello in un biennio 1929 e 1930 e quella di Ligabue era proprio una delle ultime prodotte di questo modello visto che in quegli anni ne sono scese dalla linea di montaggio 4.285, numeri diffusi proprio dalla casa costruttrice. La monocilindrica da 500 cc è visibile presso lo Square Art Center proprio a due passi dal centro commerciale in via Volta al civico numero 1 dove sicuramente in molti anche solo per curiosità la andranno a vedere e immortalare.

Ma Mandello da ieri offre ai radunisti diverse opportunità di svago ,come il museo che resta sempre il luogo più gettonato da chi partecipa a questo evento. Come si potrebbe arrivare in via Parodi e non entrare a vedere quei saloni dove si respira la storia una storia lunga ben 103 anni e dove esiste il più bello e documentato museo italiano dedicato alla motocicletta? Quello della Guzzi raccoglie circa 180 esemplari alcuni davvero unici altri legati alla produzione di serie. Una bella pagina di storia legata al nostro territorio e al mondo delle due ruote a motore.

In quei tre piani ci si può immergere nella storia ,vedere come erano le moto allora, quelle da corsa che hanno portato 14 titoli mondiali a Mandello, ma anche prototipi che non hanno mai visto la luce ma che hanno comunque sempre e comunque sottolineato il grande lavoro tecnologico fatto nello stabilimento. Il primo ad avere tutta per se una galleria del vento (1950) per studiare l’aerodinamicità e il cx (coefficiente di penetrazione) dell’aria per i nuovi modelli, tutti studi documentati nei grandi libri della storia legata a questo marchio che ancora oggi dopo 103 anni è l’emblema del motociclismo italiano e le migliaia di presenze che in questo lungo weekend arriveranno a Mandello lo dimostrano.

In ultimo ma non per ultimo al piano inferiore vicino allo shop, c’è la nuova parte del museo che inugura l’arrivo della Piaggio (2004). In questo segmento ci sono tutte le moto di questa nuova era che ha davvero cambiato il volto a Mandello. E il nuovo stabilimento che sta per nascere ne è la prova e conferma che per Mandello e la Guzzi i cambiamenti non sono ancora terminati.

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