Morti in casa a 18 anni
dopo la festa
Indagata l’amica
Sorico: chiusa l’inchiesta sul decesso di Daniele Ghedin e Riccardo Micheli, uccisi da un mix di droga e psicofarmaci. Sotto accusa una ragazza che si trovava con loro
Il procuratore facente funzioni di Lecco Paolo Del Grosso ha chiuso l’inchiesta sulla morte di Daniele Ghedin e di Riccardo Micheli, entrambi diciottenni, spirati in pieno lockdown, lo scorso 26 aprile, in un appartamento di via Nazionale a Colico.
Unica indagata per la tragedia, l’amica di 20 anni, residente in Valtellina, che quella notte, insieme a un’altra ragazza (minorenne) e a un terzo giovane, si trovava nell’abitazione insieme alle due vittime: a lei, il magistrato imputa i reati di cessione di sostanza stupefacente (nello specifico metadone) e morte quale conseguenza di altro delitto.
Verrà fissata con tutta probabilità dopo le vacanze di Natale l’udienza preliminare a carico della ragazza, difesa dagli avvocati Marcello Perillo di Lecco e Manuela Gheza di Chiavenna. Stando a quanto emerso dalle indagini, si sarebbe procurata il metadone dal Sert in provincia di Sondrio presso il quale era in cura per la dipendenza da sostanze stupefacenti e l’avrebbe poi ceduto ai due ragazzi: morti, stando alle risultanze dell’esame tossicologico eseguito dall’anatomopatologo dell’ospedale Manzoni di Lecco Paolo Tricomi, per un mix letale di metadone (appunto) e psicofarmaci. Ghedin e Micheli, originari di Sorico e di Piantedo, erano stati trovati senza vita nell’abitazione che avevano affittato nel centro di Colico, dove avevano organizzato una festa con gli altri tre coetanei.
A dare l’allarme, poco prima delle 21 di quella domenica, erano state le due amiche presenti nell’appartamento: dopo essersi svegliate, si erano infatti accorte che i due padroni di casa erano esanimi, non rispondevano ad alcuno stimolo esterno.
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