Moregallo, cartelli per immersioni in sicurezza

In diciotto mesi, da ottobre 2022 a marzo 2024, cinque sub sono morti al Moregallo, immergendosi nel fondale in zona Moregge dove c’è il “Cimitero delle macchine” definito uno spettacolo di grande richiamo dove si trovano le carcasse di vecchie auto buttate nel lago nei decenni scorsi.

Il Comune in questi giorni ha esposto i cartelli, nella zona del Rapa Nui, che invitano a fare attenzione e dove vengono chiarite le regole da rispettare. Cartelli realizzati da Diego Crippa, 52enne di Olginate, storico sub del Moregallo, oltre che istruttore e archeologo subacqueo, in stretta sinergia con il sindaco Riccardo Fasoli.

«Questi cartelli riportano le regole che un sub attento deve seguire – spiega Crippa - per evitare incidenti, anche mortali. La normativa richiamata indica l’obbligo per i sub di segnalarsi con un pallone galleggiante e di non scendere oltre i 50 metri calcolati in verticale».

Fondamentale issare anche una bandierina sul pallone o sulla barca di appoggio, sempre che questa sia presente, inoltre in notturna si devono utilizzare dei segnalatori luminosi in superficie, o sulla barca, ed anche sulla parte superiore del corpo ben in vista sulla tuta.

«Invito tutti a fare molta attenzione a rispettare le regole - prosegue Crippa -, e ricordo che quando ci si immerge sia a scopo sportivo che ricreativo, è necessaria la presenza di una persona abilitata al primo soccorso subacqueo.

L’ultimo sub a perdere la vita al Moregallo è stato Fabio Mancini, ingegnere di 62 anni di Cusago, sommozzatore esperto, con più brevetti, l’8 marzo.

Neppure una settimana prima, domenica 3 marzo, stessa sorte era toccata ad Elvira Mangini, 65 anni, veterinaria milanese in pensione.

E’ lungo l’elenco delle croci in acqua: il 4 gennaio del 2023 era morto Claudio Muratori, sub di 58 anni di Cambiago, il 13 novembre 2022 Marco Bordoni di Cinisello Balsamo era scomparso nel giorno del suo 54esimo compleanno, e qualche settimana prima, il 23 ottobre, Fabio Livio, 41 anni, di Tavernerio.

In passato si erano sollevate proteste sulle morti, e addirittura si era ventilata l’ipotesi di chiudere il Moregallo, vietando alle immersioni.

Divieto che non avrebbe risolto il problema, ma che lo avrebbe solo spostato solo in altre zone.

Nel lecchese sono due le aree predilette dai sub, il Moregallo e la zona di Debbio tra Abbadia e Mandello, ed anche quest’ultima nel tempo è stata segnata da morti.

Ora i cartelli con le regole da rispettare che probabilmente non risolveranno il problema, ma sono un monito. Si calcolano 15mila immersioni annue al Moregallo

© RIPRODUZIONE RISERVATA