«Mia figlia multata per aver attivato il biglietto un minuto dopo la partenza del treno»: lo sfogo di un padre contro Trenord

L’uomo è residente a Berbenno di Valtellina: «Una pignoleria incredibile e vergognosa da parte di un’azienda esperta in ritardi»

«A mia figlia che si recava in Università a Milano, quando il treno, sul quale era salita alla stazione di Morbegno, è giunto dalle parti di Colico le è stato contestato, dal controllore, di avere attivato il suo biglietto un minuto dopo la partenza dallo scalo valtellinese. Treno, che tra l’altro, che partì da Morbegno alle 17.06, ovvero con sei minuti di ritardo. E come da verbale, che trasmetto, è stata sanzionata per quel misero ritardo di un minuto. E i passeggeri che sanzione avrebbero dovuto fare a Trenord per il ritardo della partenza ?». Questo è l’amaro sfogo di R. L., residente a Berbenno di Valtellina, che in tempi super rapidi ha provveduto a pagare 53,60 euro per conto della ragazza, anche per evitare che il mancato pagamento potesse fare lievitare di parecchio la multa.

«Quanto denuncio - spiega il genitore - è accaduto nel pomeriggio del 28 aprile. E’ una pignoleria incredibile e vergognosa l’avere fatto una sanzione del genere, quando Trenord con i ritardi sono degli autentici fuoriclasse: spesso ne fanno di minuti, cento alla volta. Una sera mia figlia è rientrata da Milano anzichè alle 19 dopo le 21...Mi chiedo: ma è possibile che un utente non possa attivare il biglietto, quando è effettivamente salito sul treno? Ossia quando è certo che è davvero salito sul convoglio? Uno, inoltre, potrebbe esserci salito in extremis dopo una corsa. Quante volte, del resto, cambiano all’ultimo momento il binario di partenza?». All’azienda di trasporto pubblico, che offre, da tempo, un servizio di pessima qualità, tutto è concesso, ma se il cliente sbaglia di un minuto a compilare il titolo di viaggio viene subito punito. Oggi, inoltre, per ottenere i rimborsi dalla società per i loro innumerevoli ritardi è praticamente un’impresa impossibile.

Un’altra amara riflessione da parte del papà della studentessa universitaria valtellinese: «Mia figlia è una studentessa universitaria con reddito pari a zero. Unico compenso è quello che riceverà per avere accettato di fare la scrutatrice alle recenti elezioni dello scorso 8 e 9 giugno che le hanno fruttato circa cinque euro all’ora. Se si fosse dovuta pagare lei la multa le sarebbero servite circa undici ore da scrutatrice. Un impegno civico che ha accettato di assumere per la comunità. E poi scopre che un altro ente pubblico, perchè l’azienda dei treni è quasi interamente di proprietà regionale, la premia con una simile stangata...».

Del resto, proprio di recente è balzato sulle cronache dei giornali che un portavoce lombardo dei pendolari, Giorgio Dahò di Lecco, si è visto intimare il pagamento di 10mila euro per un presunto danno di immagine che avrebbe arrecato alla società parlando male della stessa. Avrebbe, forse, dovuto evitare di esprimere valutazioni critiche sull’operato dell’azienda pubblica dei trasporti ferroviari perchè è come sparare sulla Croce Rossa. Convogli soppressi, o insufficienti al trasporto di pendolari e turisti, carrozze sporche o con i condizionatori d’aria fuori uso, servizi bus sostitutivi inadeguati o fantasma anche sulla “linea ferroviaria delle Olimpiadi”. Nella speranza che un’altra estate di chiusure e disagi per gli annunciati interventi di ammodernamento e di eliminazione di vecchi passaggi a livello sulla tratta serva, finalmente, a migliorare una situazione che oggi appare più volte al collasso.

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