
Menegola: «Bene i treni, male la linea. Come una Ferrari sulla mulattiera»
Il presidente della Provincia a Unica tv: «Limiti strutturali, sarà un’estate difficile per i lavori». E sul caso Colico: «Si annette se ci sono benefici reali». L’intervista
Sondrio
I disagi della linea ferroviaria nei mesi estivi. Ma anche la “questione Colico” e la collaborazione con le altre realtà. Questi i temi principali di cui ha parlato Davide Menegola, presidente della Provincia di Sondrio, all’interno della trasmissione di Unica Tv – canale 75 “Le opere e i giorni”, condotta da Stefano Spreafico e andata in onda venerdì sera.
«Siamo di fronte al terzo anno consecutivo di interruzione estiva» ha sottolineato Menegola. «Se da un lato è fondamentale investire per migliorare l’infrastruttura, dall’altro il nostro territorio non può continuare a subire senza una visione complessiva».
Il presidente ha ricordato come il traffico passeggeri sulla linea sia intenso, con migliaia di persone che ogni giorno si muovono tra Valtellina, Lecchese e Milano. La chiusura estiva rischia quindi di mandare in tilt non solo i collegamenti ferroviari, ma anche quelli stradali: «La SP72, che dovrebbe assorbire parte del traffico, non è attrezzata per sostenere volumi così elevati. Tra strettoie e passaggi a livello, rischiamo il caos».
Menegola ha poi rilanciato alcune proposte, come il raddoppio del binario nel tratto Ardenno–Sondrio. Un intervento che permetterebbe di superare i limiti strutturali di una linea oggi incapace di sfruttare appieno le potenzialità dei nuovi convogli. «Abbiamo treni Donizetti in grado di viaggiare a 160 orari», ha osservato, «ma sulla nostra linea si va a 90 all’ora, per ragioni infrastrutturali. È come avere una Ferrari e usarla in una mulattiera».
Durante l’intervista, Menegola ha anche sottolineato la necessità di investimenti a lungo termine, capaci di connettere la Valtellina non solo a Milano, ma anche verso la Svizzera e l’aeroporto di Orio al Serio. «Serve una strategia chiara» ha detto «che punti su raddoppi, eliminazione dei passaggi a livello, potenziamento delle connessioni internazionali. Solo così le opere realizzate per le Olimpiadi potranno lasciare un’eredità vera al territorio».
Un altro tema toccato è stato quello dell’ipotesi di annessione di Colico alla Provincia di Sondrio, rilanciata dal comitato “Il Bitto sposerà l’agone?”. Menegola tiene un profilo “esterno”, senza voler entrare direttamente nella situazione: «Non è più la targa dell’auto a definire l’identità di un territorio. Se un cambiamento può portare benefici reali, allora va valutato seriamente. Ma dobbiamo evitare operazioni dettate solo dall’immagine. Mi pare che la questione sia tutta gestita all’interno della realtà della comunità di Colico. Ed è giusto che la comunità di Colico si interfacci prima di tutto con gli enti sovraordinati, mi riferisco in modo particolare alla Provincia di Lecco».
Sono poi parecchie le collaborazioni in atto tra l’Amministrazione provinciale sondriese e altre realtà: dal Canton Grigioni al Politecnico di Milano, solo per dirne due. Un tema, quello della cooperazione, fondamentale per Menegola. «Io ho basato il mio mandato sulle buone relazioni, sul fatto di poter stringere accordi dentro e fuori dal territorio nazionale, perché sono convinto che una provincia come quella di Sondrio, decontestualizzata dalla geografia della Lombardia non avrebbe senso. Il fatto che Sondrio diventi strategico e funzionale agli altri territori, oltre a far bene agli altri territori fa bene alla Valtellina. Pertanto tutte quelle relazioni, accordi e strategie che possono essere messe insieme, oltre al grande valore di essere condivise, hanno anche un peso che rende ciascuno di noi utile e necessario per gli altri».
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