Mattone tra i binari, caccia ai vandali
Varenna, l’oggetto bloccava lo scambio, il treno si è fermato automaticamente: «Nessun pericolo per i viaggiatori». Rfi accusa: «Atto da irresponsabili». Intanto i pendolari protestano per i disagi causati dall’afa: «Carrozze invivibili».
Un atto vandalico sulla linea Milano-Tirano non è sfociato in dramma solo grazie ai sistemi di sicurezza di cui sono dotati sia i convogli, sia le infrastrutture ferroviarie. Martedì pomeriggio il treno 2652 partito da Milano alle 13.20, poco prima di entrare in stazione a Varenna si è fermato automaticamente.
A prima vista non sembrava ci fosse nulla di anomalo: il treno viaggiava regolarmente e non erano stati segnalati problemi. Poi però durante le verifiche è stato trovato un oggetto, sembra un mattone, che era stato infilato in uno scambio per impedirne la perfetta chiusura. Il treno è rimasto fermo circa 20 minuti poi è potuto ripartire una volta rimosso l’oggetto e verificata la sicurezza e il funzionamento dello scambio.
Sul posto sono stati inviati gli agenti della Polizia Ferroviaria che, nel corso del sopralluogo, hanno cercato indizi per risalire all’autore (o agli autori) di questo gesto sconsiderato. I responsabili di Rfi hanno sporto denuncia per “atto vandalico” contro ignoti alla Polfer. Le speranze di risalire ai colpevoli sono tuttavia esigue, perché non ci sono telecamere di sorveglianza in zona, e a quanto pare nessuno ha notato movimenti anomali attorno ai binari.
Rfi stigmatizza l’accaduto: «È un atto da irresponsabili - è scritto in una nota - teniamo comunque a dire che non c’è stato alcun rischio o pericolo per la sicurezza ferroviaria. I sistemi di controllo sia a bordo treno che sulla rete sono pensati proprio per evitare questi problemi, e non ci sarebbe stato modo per il treno di proseguire la marcia, grazie agli elevati standard di sicurezza di cui sono dotati sia i convogli che gli scambi».
Tutte le ipotesi sull’identità dell’autore sono sul tavolo: dallo studente goliardico al ragazzo annoiato dopo la fine della scuola, al senza dimora, all’ubriaco a chissà chi.
A questo episodio si aggiunge poi il guasto al treno del giorno dopo, sempre tra Lierna e Varenna, fermo per un’ora e mezzo sotto il sole con 30 passeggeri a bordo a cuocere.
L’altolà
Su questo arriva l’altolà dei comitati pendolari. È stato infatti solo l’ultimo di una serie di guasti, inconvenienti, ritardi, che da giorni si verificano su treni e infrastrutture ferroviarie.
Ieri mattina, prima ancora che l’afa falcidiasse la tratta fra Milano e Lecco (ne diamo conto anche nelle pagine di cronaca del capoluogo) i comitati pendolari lombardi, comaschi e lecchesi, fra cui il Comitato pendolari Como, il Comitato pendolari Lecco-Como, il Comitato pendolari del Meratese, il Comitato viaggiatori S9/S11, il Comitato Milano-Asso, il Comitato S7 Besanino, hanno scritto una lettera aperta a Trenord, Rfi e Regione per protestare e rendere note le condizioni infernali in cui viaggiano i passeggeri lombardi: «Caldo e treni, è una emergenza inattesa e imprevedibile? Appena le temperature arrivano sui 30 gradi, valore per nulla strano in estate, cominciamo i patimenti. Treni che non vanno e soprattutto carrozze invivibili».
Molti di questi problemi sono dovuti all’anzianità dei treni in servizio, dove spesso non va l’aria condizionata: «Non possiamo nascondere il sospetto che la causa principale della climatizzazione fuori uso sia una insufficiente manutenzione che insufficienti controlli».
A conferma delle proteste, un guasto avvenuto ieri attorno alle 16,30 nella stazione di Sondrio ha causato forti ritardi ai treni della Tirano-Milano Centrale. Si sono registrati ritardi fino ad 83 minuti: il 2568 da Centrale delle 17,20 ha avuto 55 minuti di ritardo, 63 il 2572 delle 19,20 da Centrale per Tirano.
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