Mandello,migliaia di euro sottratti
La badante di fiducia finisce a processo
Polizza vita da 320mila euro, assegni per 80mila euro e 50mila euro di prelievi
L’ottantenne però ha confermato la fiducia nell’assistente, nominato un amministratore di sostegno
Una badante a processo con l’accusa di avere sottratto decine di migliaia di euro alla propria assistita, una donna ultraottantenne, la quale peraltro continua a manifestare fiducia e affetto nei confronti della donna che l’ha accudita per lungo tempo e che già in un recente passato aveva scagionato dall’imputazione di avere effettuato prelievi illegittimi dal proprio conto corrente.
Vicenda complessa
Vicenda complessa, quella arrivata ieri mattina davanti al giudice per le udienze preliminari Paolo Salvatore che ha deciso per il rinvio a giudizio fissando la prima udienza del processo all’8 ottobre. Quando la badante, una donna italiana difesa dall’avvocato Roberto Bardoni, sarà chiamata a comparire davanti al giudice Martina Beggio.
Sono due le denunce, firmate dalla stessa anziana, che hanno dato il via al procedimento penale. La prima riguardava un episodio minore e già arrivata davanti al giudice lo scorso anno: vicenda archiviata, come detto, proprio per la difesa della badante da parte della stessa assistita. L’ottantenne aveva parlato di un profondo rapporto d’amicizia cementatosi in anni di convivenza, aggiungendo di avere sporto querela solo in seguito alla pressione di alcuni parenti.
Una seconda denuncia, quella più corposa, riguarda appunto il processo che si aprirà nel prossimo autunno: sotto la lente, una polizza vita che vede beneficiaria proprio la badante e che nel corso del tempo è arrivata a valere 320mila euro; ma anche assegni bancari per una cifra complessiva di 80mila euro e prelievi con bancomat e spese con la carta di credito per un ammontare complessivo di 50mila euro. Il tutto relativamente agli anni 2016 e 2017.
Nel frattempo, è intervenuto nella vicenda anche il giudice tutelare che ha nominato per l’anziana mandellese un amministratore di sostegno, assegnando l’incarico all’avvocato Carlo Galli, invitato dallo stesso magistrato a costituirsi parte civile nel processo, indipendentemente dalla volontà della propria amministrata. Perché, come detto, l’anziana non ha ritirato la fiducia nei confronti della propria assistente.
Per quanto, l’amministratore di sostegno abbia provveduto a risolverne il rapporto di lavoro, provvedendo all’assunzione di una nuova collaboratrice.
Circonvenzione di incapace
L’accusa, sostenuta davanti al gup dal pubblico ministero Andrea Figoni, prevedeva inizialmente tre capi di imputazione: per truffa (la polizza vita e gli assegni) e per uso indebito delle carte elettroniche. Il giudice ha deciso di riformulare il capo di imputazione di truffa in circonvenzione di incapace. La prima udienza è stata fissata per l’8 ottobre.
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