Mandello, Un esposto in procura
contro gli odori molesti e nuove indagini
Partecipata assemblea l’altra sera del comitato Cittadini esasperati ma il sindaco frena: non serve L’azienda Gilardoni sta già provvedendo a delle misure
Un esposto alla Procura contro gli odori molesti che sono un reato, e ledono la libertà delle persone. Ledono la possibilità di aprire le finestre e di stare in giardino. Questo quanto vorrebbero fare un gruppo di mandellesi, ormai stanco di sopportare i cattivi odori che ogni giorno, o quasi, invadono buona parte del paese, ed anche Abbadia.
«L’esposto rischia di finire in un cassetto così come sono finiti quelli datati anni Ottanta che già erano stati presentati», ha rimarcato il sindaco Riccardo Fasoli, giovedì sera in sala civica, durante l’incontro pubblico organizzato dal Comitato dei cittadini per la salute pubblica e per l’aria pulita.
«Non voglio frenarvi ma visti i precedenti è quasi inutile», ha sottolineato Fasoli.
La sala gremita, oltre una sessantina i presenti, per il comitato c’erano Alessio Galbusera,Giuseppe Iovino, Eugenia Poletti. Tutti concordi nel affermare che il problema deve essere risolto al più presto, e che a otto mesi dal primo incontro del comitato è ora tempo di scrivere la parola fine.
Nel mirino la ditta “Gilardoni Vittorio cilindri”, che a onor di cronaca da mesi ha dato la disponibilità nel cercare di risolvere il problema.
«Nell’ultimo incontro Arpa ha proposto all’azienda di introdurre un sistema per abbattere gli odori con un procedimento detto a “bruciatura”, l’azienda ha contro proposto un sistema con un procedimento chimico per slegare le particelle di carbonio dall’acqua facendo così perdere il cattivo odore - ha spiegato il sindaco -. Quest’ultimo sistema, approvato da Arpa, permette di partire al più presto visto che la ditta può utilizzare gli strumenti già a sua disposizione».
Nel frattempo il Comune ha affidato ad una società privata, una rilevazione degli odori, i cui risultati verranno confrontati con quelli dell’Arpa e quelli fatti dall’azienda stessa.
La situazione però si trascina ormai da troppo tempo, dagli anni Ottanta quando il caso era esploso e poi assopito, per poi essere dimenticato negli anni della crisi quando l’azienda lavorava meno e di conseguenza la produzione e gli odori erano ridotti, fino ad un paio d’anni fa quando i miasmi sono tornati.
«L’orario topico sono le 19.10, a quell’ora non si respira», hanno fatto notare dal pubblico.
Francesco Silverij, già amministratore, in qualità di residente ha fatto notare: «Come cittadino non intendo più limitare la mia libertà vivendo chiuso in casa perché non posso respirare. L’azienda deve risolvere, altrimenti facciamo questo esposto alla Procura. Con le finestre aperte non si respira»
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