Mandello, il processo Gilardoni
Redaelli: «Gli operai? Io li difendevo»
L’ex responsabile dell’ufficio personale ha deposto in aula
«Il mio potere era zero, in azienda decideva tutto Cristina»
Un semplice impiegato di settimo livello, con il compito di preparare le bozze per la signora Cristina, pronto a intervenire quando la sentiva a urlare contro i lavoratori.
Roberto Redaelli, rimasto il principale imputato nel procedimento per lesioni e maltrattamenti in danno di un gruppo di dipendenti della Gilardoni Raggi X, si è descritto in questo modo durante le sei ore di deposizione davanti al giudice Martina Beggio. «Ogni decisione – ha raccontato l’ex responsabile dell’ufficio personale – veniva presa da Cristina Gilardoni e infatti dal punto di vista del personale il mio potere era zero. In azienda si diceva: “In Gilardoni non si muove foglia che Cristina non voglia”».
Redaelli è stato incalzato sui presunti maltrattamenti e insulti da parte della ex presidente: «Si trattava di sfuriate di pochi secondi e anche a me è capitato di subirne. Quando sentivo la signora urlare mi alzavo e andavo a vedere cosa stava succedendo. In quei casi si imboscavano tutti, non ho mai visto nessuno intervenire. Mi muovevo soltanto io per calmarla, anche se arrivavo al 90% dei casi quando la sfuriata era finita».
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