Limonta come il borgo di Parlasco. Nasce l’idea di dare vita a una frazione dipinta
Pierfranco Negri:«Dare al nostro paese una connotazione turistica di grande richiamo»
Creare un concorso di idee coinvolgendo le scuole superiori e artisti da tutta Italia per trasformare Limonta nella frazione dalle case dipinte con la storia di Marco Visconti, nell’opera scritta da Tommaso Grossi nel 1834, che descrive Limonta come “una terricciuola presso che ascosa tra i castagni”, oggi un luogo panoramico sul lago con grandi ville e un centro storico che potrebbe diventare un luogo di grande richiamo.
L’idea è di Pierfranco Negri, capogruppo della minoranza “Insieme per Oliveto”, già docente e scrittore.
«Dobbiamo dare al nostro paese una connotazione turistica di grande richiamo, abbiamo il lago e la montagna che portano tanti visitatori, ma potremmo sfruttare la storia dei Visconti, in buona parte ambientata a Limonta creando un percorso di case istoriate come hanno fatto in Valsassina a Parlasco con la storia del bandito Lasco - spiega Piefranco Negri - Si potrebbe iniziare approfondendo il libro di Tommaso Grossi, individuando case e piazze che potrebbero corrispondere ai luoghi del passato e legate alle vicende della casata dei Visconti, e pensare ad un progetto turistico di richiamo».
Parlasco è la prova del successo, il piccolo borgo valsassinese è meta di tanti visitatori alla ricerca dei muri dipinti con la storia del Lasco, il conte Sigifredo Falsandri signore della Rocca di Marmoro caritatevole di giorno e bandito di notte che terrorizzava tutta la valle. La vicenda, si svolge nella seconda metà del 1600, intrecciandosi con la storia della Valsassina e le sue leggende. Altro esempio è quello di Taceno dove sulle pareti esterne di varie abitazioni si trovano dipinti legati alla vita e le professioni del passato. «Si potrebbero coinvolgere i licei artistici, le scuole d’arte, creare un concorso di idee - prosegue Negri - abbiamo tante risorse e dobbiamo sfruttarle così da offrire ai turisti più occasioni di svago».
Il titolo completo del romanzo è “Marco Visconti, storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo”. Figlio di Matteo e di Bonacossa Borri, insieme al padre fu esiliato da Milano dai Torriani, signori della città, e nel 1310 si trovò ad Asti per la trattativa di pace con la signoria nemica voluta dall’imperatore Enrico VII. Nello stesso anno conquistò la città di Alessandria, di cui egli stesso si proclamò e divenne podestà. L’anno successivo, quando il padre divenne vicario imperiale di Milano, attaccò la città e cacciò l’arcivescovo Cassono della Torre.
A Limonta, alla chiesa di San Rocco, una lapide ricorda che lì Tommaso Grossi ambientò parte del suo romanzo. In futuro Limonta potrebbe trasformarsi in un borgo dipinto.
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