«Lecco sostenga
il rilancio del Tubettificio»
Prima di entrare in Parlamento Lucia Codurelli per anni aveva lavorato nell’azienda di Pescarenico: «Con l’acquisto da parte della Tecnocap si aprono nuove prospettive, ma i lavoratori non vanno lasciati soli»
LECCO
L’acquisizione del Tubettificio Europeo da parte del Gruppo multinazionale Tecnocap di Cava dei Tirreni, ha riaperto un capitolo che sembrava chiuso.
La professionalità della Tecnocap Spa, che è la terza realtà al mondo nella produzione di chiusure girevoli (“twist”) per vasi di vetro, bottiglie e contenitori di plastica, è una premessa non da poco per la rinascita di una realtà imprenditoriale molto importante per la nostra città. Ne parliamo con Lucia Codurelli, per due legislature deputato della Repubblica, e dipendente del Tubettificio sin dal 1970: «L’acquisto del Tubettificio da parte della Tecnocap è stata una notizia inaspettata ma molto importante. Ci auguriamo ora che non si tratti solo di una speculazione, ma della volontà concreta di ridare vita ad un’azienda di rilievo. Certo, resta sempre un mistero come mai il nostro territorio non abbia la capacità e la forza di esprimere volontà imprenditoriali che sappiano ridare vita ad aziende come il Tubettificio, ma l’importante è che si riprenda a lavorare».
Lucia Codurelli si augura anche che tutto il nostro territorio sappia accompagnare questa possibile rinascita: «Spero proprio che adesso i lavoratori ed i sindacati non siano lasciati soli, ma che tutta la città e in primis l’amministrazione, siano loro vicini per far sì che a Lecco non scompaia definitivamente un pezzo della sua storia industriale che ha ancora molto da dire. La nostra città ha perso industrie importanti e non ha ancora trovato vie alternative, ma difendere l’occupazione di realtà che hanno i numeri per andare avanti è doveroso».
Il Tubettificio Europeo è un’azienda che nasce da lontano. In origine c’era la Metalgraf e poi il Tubettificio Ligure, che aveva sede ad Abbadia Lariana e che poi si trasferì a Lecco: «Nel periodo migliore, negli anni ’70 e ’80, il Tubettificio aveva più sedi in tutta Italia e contava almeno 1700 dipendenti. Una delle caratteristiche interessanti delle sedi di Abbadia e di Lecco era la forte presenza di lavoratrici; a quei tempi eravamo almeno in 400. Nella sede di Abbadia c’erano operaie che arrivavano da tutto il lago e anche da Chiavenna. Le donne del Tubettificio hanno sempre avuto la forza di mettersi in gioco, anche con grandi sacrifici, per star dietro ai continui cambiamenti del lavoro. Sacrifici che non meritavano certo l’epilogo dei mesi scorsi».
Lucia Codurelli ha anche un rammarico: «Forse, con un po’ più di coraggio, in anni in cui l’azienda era ancora florida nonostante i cambiamenti di proprietà, si poteva rischiare di gestirla autonomamente, ma riconosco che non è certo facile inventarsi imprenditori dall’oggi al domani». La realtà ci dice comunque che una speranza per i lavoratori del Tubettificio si è riaccesa e non è cosa da poco: «C’è da augurarsi che l’acquisto del Tubettificio sia un prologo positivo per il rilancio di quelle produzioni dell’azienda che hanno ancora un mercato, me lo auguro con tutto il cuore per i lavoratori. Per questo ribadisco la necessità che tutte le istituzioni siano vicine ad una realtà produttiva che merita di ripartire nel modo migliore. Sarebbe un segno di speranza per tutti, in un momento economico difficile come quello che stiamo vivendo».
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