Lecco. La barca è da buttare?
Un cantiere la recupera
Economia & ambiente: L’idea di Dario Noseda, “ReStart” dà nuova vita agli scafi della classe olimpica. È una produzione che porta a vantaggi anche ambientali
Il loro progetto l’hanno battezzato “ReStart”, rendendo concreta un’idea di recupero di vecchie imbarcazioni a vela che altrimenti sarebbero finite in abbandono o alla demolizione con problemi non indifferenti sotto l’aspetto ambientale trovandoci in presenza di materiali speciali come vetro resina, composito e quant’altro.
L’idea in questione è partita dalla mente del velista solitario sognatore Dario Noseda, 52 anni mandellese d’adozione, imprenditore nel settore nautico, capace di attraversare l’Atlantico con una piccola imbarcazione della classe Star (sette metri).
E proprio sfruttando questa esperienza Noseda ha pensato bene di ridare “nuova vita” alle barche dismesse e malconce di classe Star (la “regina” delle classi olimpiche, orgoglio cantieristico del Lario), barche difficili e impegnative da portare. Come? Semplicemente rendendole, con un restyling radicale, alla portata anche di velisti meno esperti e nello stesso tempo realizzare un progetto imprenditoriale sostenibile.
Per fare ciò Noseda è riuscito a coinvolgere un altro innamorato della vela come il lecchese Marco Achler, 34 anni architetto navale, e titolare del cantiere nautico “Neomarine” a Dervio, da sempre sensibile anche alle problematiche ambientali.
Un annetto di “full immersion” (con la collaborazione di Rivelami, Emmetispars e Plasdeck) e poi in questi giorni Noseda e Achler hanno tolto i veli alla prima barca uscita dal cantiere Neomarine: una vecchia Star dei Cantieri Folli di Abbadia, totalmente rivisitata e battezzata “Tiffany”, pronta per un nuovo proprietario e una nuova vita.
«Proprio vero che dalle esperienze si impara – scrive Dario Noseda sul web -. Nessuna impresa è impossibile e la voglia di dare la possibilità ad altri di andare su una barca così emozionante senza le difficoltà e l’agilità necessaria sulla Star, era tanta. Come l’urgenza di essere davvero sostenibili, recuperando scafi che altrimenti andrebbero smaltiti».
E così è iniziata la fase imprenditoriale con la messa sul mercato di questa nuova barca totalmente rivista. Entrare nel tecnico significherebbe scrivere per pochi ma per far capire meglio diciamo che la barca restaurata ha un albero più corto, boma rialzato e vela di prua più potente asimmetrica e avvolgente, come caratteristiche principali.
Entusiasta del progetto anche Marco Achler: «Neomarine – racconta – ha aperto i battenti nel 2016 e piano piano ci siamo specializzati tenendo però sempre in primo piano il rispetto dell’ambiente. Per questo ho sposato subito il progetto di Dario perché c’era il rischio che vecchie barche venissero abbandonate con tutte le problematiche che ne conseguono. Noi così, con soluzioni tecnico-strutturali, arriviamo a realizzare una barche che è praticamente come nuova».
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