Lecco. «Il turismo soffre
Prenotazioni solo dagli italiani»
Severino Beri, presidente Federalberghi: «Da lunedì a giovedì abbiamo ancora poche richieste. Viste le premesse non sarà questa l’estate della ripresa»
La bella stagione ormai è dietro l’angolo e il turismo freme, ma per riuscire ad agganciare la ripresa bisognerà attendere ancora qualche tempo, contando sulla campagna vaccinale e sul ritorno a una situazione di normalità anche dei Paesi che hanno nel nostro territorio una meta turistica.
«Per ora si sta muovendo molto poco – commenta Severino Beri, presidente provinciale di Federalberghi e direttore del Royal Victoria di Varenna -. Stiamo ricevendo prenotazioni soltanto per qualche fine settimana e soltanto da turisti italiani. Tra il lunedì e il giovedì, invece, praticamente non ci sono richieste. Paghiamo le restrizioni, che finalmente nei prossimi giorni si allenteranno ulteriormente: finora si è potuto pranzare solo all’aperto, mentre ancora per qualche giorno le cerimonie matrimoniali saranno ferme al palo. Da metà mese in poi si potrà puntare a crescere, almeno sotto questo punto di vista, perché al momento continua a mancare il mercato internazionale, che per noi è importante. Penso a Usa e Russia, per ora praticamente fermi, mentre per quanto riguarda l’Australia il discorso si potrà riprendere soltanto l’anno prossimo».
Chi arriva, comunque, mostra di essere tranquillo. «In fase di prenotazione ci chiedono rassicurazioni circa gli accorgimenti adottati per garantire la sicurezza degli ospiti. E quando arrivano, vedendo le mascherine, i distributori di gel igienizzanti, i plexiglas, le continue sanificazioni, affrontano il loro soggiorno con serenità».
Qualche prenotazione per i prossimi mesi, dall’estate all’autunno, c’è. «Ma se fino al 2019 si poteva ragionare sui flussi in arrivo basandosi su prenotazioni che fisiologicamente calavano soltanto di uno o al massimo due punti percentuali per l’imprevisto sopravvenuto al turista, ora non si può più fare. Perché tanti, in questa situazione, prenotano consapevoli del fatto che fino a una decina di giorni prima dell’arrivo previsto in albergo si possa disdire la prenotazione senza problemi. Difficile dunque fare affidamento su questi numeri: il bilancio lo si farà a fine anno, anche se non credo che questa potrà essere l’estate della ripresa».
Il rischio di perdere “pezzi” del mosaico turistico esiste, considerate le restrizioni e le difficoltà incontrate dagli operatori. «Gli alberghi hanno costi di gestione consistenti, anche quando non sono operativi. Noi siamo rimasti chiusi tre mesi lo scorso anno e quattro quest’anno, ma il giardiniere, il manutentore, il direttore e l’impiegata sono sempre stati presenti per garantire il funzionamento della struttura, la sua manutenzione, le risposte ai clienti. In assenza di fatturato, se la struttura è di proprietà si può resistere, ma se si è in affitto, o si è raggiunto un accordo con la proprietà o si rischia di andare in difficoltà».
E, in questo caso, di finire nel mirino della criminalità organizzata. «Il pericolo di infiltrazioni lo segnaliamo da tempo a livello nazionale. Serve attenzione anche su questo aspetto».
In ogni caso, Beri è convinto che il settore sia destinato a ripartire. «Bisogna avere pazienza, fiducia e un po’ di fieno in cascina. Poi, se si riesce a chiudere l’anno in pari, si potrà puntare sulla crescita che l’anno prossimo arriverà sicuramente, perché la voglia di viaggiare è ancora più forte di prima».
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