Lecco: divieto di balneazione, ma c’è chi comunque si rinfresca al lago

Sono 38 le sanzioni erogate da giugno ad oggi per violazioni del divieto di balneazione sul lungolago a Lecco. In tanti però coloro che si immergono nel lago anche dove non si può

Sono trentotto le sanzioni erogate da giugno ad oggi per violazioni del divieto di balneazione sul lungolago a Lecco. A comunicarlo è la stessa Polizia Locale impegnata da settimane sul campo al fine di sanzionare comportamenti pericolosi, in primo luogo per l’incolumità di chi li commette.

A Lecco, in teoria, ci sono tre spiagge: Rivabella, Canottieri e Pradello. Ognuna di queste è un rifugio e punto di ritrovo per tanti lecchesi in cerca di un po’ di fresco. Eppure, non basta. Come già accaduto nelle ultime estati, anche quest’anno, non appena la canicola ha iniziato ad assediare la quotidianità dei cittadini, il lungolago è stato letteralmente preso d’assalto in ogni pertugio disponibile, compresi quelli soggetti a divieto come alla Malpensata. Lì, proprio davanti ai gradoni, c’è una piccola piattaforma spesso trasformata in un trampolino da gruppi di giovani desiderosi di passare un pomeriggio in compagnia nonostante i divieti.

Del resto, il parere emesso dai tecnici di Ats a inizio maggio, su cui si è basata l’ordinanza del comune che vieta la balneazione, era chiaro: alla Malpensata “deve essere vietata la balneazione per la perdurante presenza di condizioni di mancata accessibilità in sicurezza della spiaggia/linea di costa antistante lo specchio d’acqua dell’area descritta e del relativo fondale”. Per chi viola questa regola è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria compresa tra i 25 euro e i 500 euro.

Anche la nuova piattaforma che il comune progetta di costruire poco più a nord, in località Caviate, servirà solo per gli sport sull’acqua e non come base per i gitanti che vogliono tuffarsi, tanto è vero che sarà interdetta all’accesso con un cancello quando non sarà utilizzata. Il punto è sempre lo stesso: in quell’area le correnti sono troppo forti, bisogna prestare molta attenzione. Un altro luogo gettonato per i “tuffi proibiti” è la spiaggetta nella zona della statua di San Nicolò, a due passi dalla foce del torrente Gerenzone dove in passato erano stati segnalati diversi scarichi non autorizzati. Una spiaggetta che, però, si forma solo quando il lago è basso.

Molto affollata è spesso anche la foce del Caldone, a due passi dal monumento dei Caduti. Un’altra zona rinomata per l’insalubrità delle sue acque. C’è poi il tratto tra il ponte Kennedy e l’Azzone Visconti, popolato la mattina dagli amanti della pesca e nel resto della giornata dai bagnanti, pronti a immergersi nel lago nonostante la forza delle correnti.

In altre parole, il tema delle violazioni al divieto di balneazione rimane uno dei problemi di più difficile gestione nell’estate lecchese, quando il lago è assediato, oltre che dalle alte temperature, anche da gitanti e turisti. Sono ben ventidue le spiagge e i lidi balneabili in provincia di Lecco.

Solo il lago di Annone e la spiaggia Inganni di Colico non sono accessibili per l’eccessiva presenza di varie tipologie di batteri. Eppure, non sembra essere abbastanza per chi cerca di ripararsi dalla canicola estiva. In gioco, però, c’è l’incolumità stessa delle persone. Il rischio di essere traditi dalle acque del lago, come raccontano i tanti episodi di cronaca degli ultimi anni, è molto alto, soprattutto per chi non sa nuotare.

Lecco: divieto di balneazione, ma c'è chi si rinfresca al lago

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