L’addio a Giovanni Esu «Dobbiamo sforzarci di conoscerci meglio»
Ieri il funerale del 59 enne vittima di incidente L’uomo lavorava per il Comune, il monito del parroco «Era della comunità parrocchiale ma non era inserito»
Un ultimo saluto senza frasi fatte: ieri, il funerale di Giovanni Esu – il 59enne deceduto la scorsa settimana, in un pauroso incidente avvenuto a Lierna - è stata l’occasione per una riflessione, da parte del parroco, don Gianni Dell’Oro.
«La nostra comunità pastorale deve intraprendere un cammino più profondo di integrazione – ha esortato – rispetto a quanto abbia fatto finora. Il nostro compaesano era di origini sarde – ha ricordato, dal pulpito, don Gianni – ma, da tanti anni, si trovava tra noi; aveva lavorato a lungo in una fabbrica di Sirone; ultimamente, svolgeva lavori socialmente utili per il nostro comune; Giovanni aveva, dunque, raggiunto un discreto livello di inserimento nella vita sociale del territorio che, al contrario, sembra non avere realizzato nella comunità parrocchiale dove, infatti, molti di noi non lo conoscevano affatto. Eppure, ne era un membro effettivo e come tale – ha affermato, accorato, il parroco - noi lo vogliamo ricordare: così lo accoglie, oggi, la comunità con la quale, poco o tanto, insieme si è pregato; con la quale, poco o tanto, si è condivisa la medesima fede e la vita quotidiana, nei suoi diversi momenti. Accogliamo Giovanni in questa chiesa, dunque, che aveva frequentato nell’incontro coi fratelli e con Dio».
Tutto ciò, prima della tragedia, avvenuta nella notte tra giovedì e venerdì scorsi: «Il grave incidente, nel quale ha trovato la morte il nostro compaesano – ha proseguito il parroco - ci ha lasciati costernati; le foto viste sulla stampa, delle lamiere annerite e aggrovigliate, ci hanno fatto chiaramente intuire la violenza dello schianto e, poi, dell’incendio divampato nella galleria dove, a 59 anni soltanto, Giovanni ha perso la sua vita terrena, ma per intraprenderne un’altra, improntata alla misericordia e, contemporaneamente, alla giustizia; proprio perché in qualunque momento possiamo essere chiamati a dare conto del male e del bene compiuti, rendiamoci sempre graditi a Dio – ha sollecitato don Gianni – così come la morte improvvisa di Giovanni ci sprona ulteriormente, oggi, a fare».
La tragedia in galleria
Nella tarda serata di giovedì scorso a Lierna, dentro la galleria Scoglio, il rogenese avrebbe perso il controllo della Toyota che stava guidando, schiantandosi dapprima contro il guard-rail e, successivamente, urtando il muretto della piazzola di sosta; dopo essersi ribaltato, il veicolo ha preso fuoco.
La vettura si è ridotta a un groviglio di lamiere, in parte carbonizzate. Da lì è stato estratto il corpo di Esu, per il quale si è rivelato, naturalmente, inutile l’intervento del “Soccorso bellanese” con un’autoambulanza e un’automedica; sono stati i Vigili del fuoco a liberare la salma del 59enne, imprigionata nell’abitacolo. Ieri, al termine della cerimonia funebre, i resti del rogenese sono stati avviati alla cremazione, per poi tornare a riposare nel cimitero di Rogeno, dove, in via Gramsci, vivono i fratelli.
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