Chiuse le spiagge di Olivedo e Riva di Gittana. La chiazza di idrocarburi che domenica ha invaso la “Bau bau beach”, la spiaggia per cani, alla Malpensata in zona Olivedo si è estesa fino a Riva di Gittana. Delimitate le aree inquinate con barriere assorbenti, il Comune ha emanato l’ordinanza di chiusura delle spiagge.
Intorno a mezzogiorno di domenica la prima segnalazione di uno sgradevole odore di gasolio e un’ampia chiazza oleosa che copriva buona parte della superficie del lago all’altezza della spiaggia per cani. Sul posto i tecnici di Arpa Lombardia e un’unità dei vigili del fuoco per delimitare l’area contaminata e cercare la fonte di propagazione.
Nel corso delle ore alcune tracce della chiazza oleosa sono state rinvenute sulla superficie delle acque antistanti la spiaggia di Riva di Gittana, dove ieri erano ancora ben visibili. In via cautelativa entrambi gli accessi a lago sono stati transennati ed è stata emessa un’ordinanza che ne inibisce la fruizione da parte dell’utenza, in attesa che vengano terminati gli interventi di bonifica.
«Fortunatamente siamo ancora in un momento di non balneazione - dice il vicesindaco Mauro Gumina, intervenuto sul posto - non siamo certi si tratti di un versamento avvenuto direttamente sul territorio di Perledo, gli idrocarburi potrebbero anche essere stati trasportati dalla corrente. Potrebbero essere arrivati dal centrolago spostati dalle correnti d’aria».
Potrebbero perché al momento non c’è nessuna certezza. Potrebbe essere stato anche qualcuno che ha pulito il motore della barca, o che ha versato degli idrocarburi in qualche condotta poi arrivata a lago. «Non possiamo che affidarci alla responsabilità dei diportisti e dei professionisti che lavorano sul nostro lago affinché operino in sicurezza evitando che episodi simili si possano ripetere. Un ringraziamento a Taxi boat Varenna che ha messo a disposizione un mezzo della sua flotta ai tecnici Arpa per consentire loro un migliore monitoraggio delle zone interessate», prosegue il vicesindaco Gumina.
L’Arpa ha fatto dei prelievi per individuarne l’origine della sostanza, versata in orario notturno o nelle prime ore del mattino, oppure in una zona più a monte e poi arrivata nel lago attraverso le condotte dei sottoservizi.
Uno sversamento sospetto che arriva dopo l’episodio del 2 marzo a Lierna, nella zona di Riva Nera a Castello.
Se anche qui, come avvenuto a Lierna, non si troverà il colpevole, a pagare il conto sarà anche in questo caso l’Amministrazione provinciale, ente competente per i problemi ambientali, che ha un impegno di spesa per il periodo da settembre dello scorso anno a settembre 2026 pari a 105mila euro, per tutti i possibili episodi sull’intero territorio lecchese.
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