In fuga dall’uragano: «Tanta paura»
Daniele Nobili, 27 anni di Talamona, e la moglie Arianna Barbetta, 29 di Colico, erano a Cuba in vacanza. «Ci avevano detto che potevamo stare tranquilli, ma poi giovedì ci hanno fatto rientrare d’urgenza in Italia».
Arianna Barbetta, 29 anni, di Colico e Daniele Nobili, 27 anni, di Talamona, sposati da un anno, hanno vissuto da vicino la paura, l’ansia, l’angoscia dell’attesa dell’uragano Irma. Lei fa la commessa, lui il macellaio, e si erano presi una vacanza per riposarsi dalle fatiche di un’estate di lavoro. Una vacanza da sogno, a Varadero, Cuba, al villaggio Libero Star della Settemari, diventata un incubo. Partiti da Milano domenica 3 settembre alle 14 e ed arrivati alle 19,30 a Varadero (11 ore di volo e due ore e mezza di pullman), dopo pochi giorni, ovvero venerdì, sono ripartiti con il volo delle 19,30 di venerdì sera, per arrivare a alle 11 di ieri a Malpensa. In pratica più viaggio che vacanza. Ma il pericolo scampato è enorme.
Arianna è attonita e angosciata: «Abbiamo saputo solamente là che l’uragano Irma, che ci dicevano essere piccolo, era nei Caraibi. Ci hanno detto che erano abituati perché da loro passava solo la coda degli uragani, non l’uragano vero e proprio. Poi i giorni passavano e ci tenevano informati. Fino a quando giovedì il capo villaggio della Settemari, un italiano, Alessandro, ha fatto una riunione d’emergenza, illustrandoci le misure di sicurezza. Abbiamo cominciato a preoccuparci: ci hanno fatto spostare i letti contro i muri, togliere tutto dalla terrazza e hanno messo delle X sul vetro delle finestre con lo scotch da pacchi, perché se si fosse rotto non sarebbe andato in mille pezzi».
Venerdì, mentre la coppia colichese era in spiaggia, in costume, l’annuncio: «”Un quarto d’ora e si parte. Prendete l’ultimo volo disponibile per Milano” - racconta Arianna -. Fino a pochi minuti prima avevano minimizzato, forse per non farci andare nel panico. Ma gli stranieri sono ancora là. E sono rimasti anche cinque romani. Non c’erano più voli per Roma e quelli per Milano erano tutti pieni. Con loro sono rimasti tutti gli animatori, cinque, della Settemari, tra i quali un certo Giorgio, di Valmadrera, non so il suo cognome».
Negli occhi una Varadero da fine del mondo. Gente che scappava in auto, l’intero sud di Cuba evacuato. Benzinai presi d’assalto, case sprangate, pullman introvabili, gente che scappava anche in motorino portandosi dietro i cani, i gatti, anche la bombola del gas… «Non ci siamo detti nulla. Abbiamo tenuto il numero delle due animatrici, Beatrice di Torino e Ilaria di Salsomaggiore. Tutti gli animatori sono stati eccezionali. Stavano con noi tutto il giorno, a parlarci, a confortarci se avevamo dubbi. Se si fosse capito che poteva capitare qualcosa, sarebbe stato il caos. Dell’uragano ti dicevano di stare tranquilli perché eravamo in una struttura a prova di uragano. Sono lì ad aspettarlo, temo per loro».
Arianna Barbetta si stupisce che la Farnesina non abbia vietato i voli per queste isole. «Se avessimo saputo le dimensioni dell’uragano, non saremmo mai partiti. Eravamo in contatto con l’Italia, con mia mamma, mio papà e mia sorella. Noi ci siamo preoccupati, prima della riunione di giovedì, quando abbiamo cominciato a veder affluire dal villaggio di Cajo Guillermo tutti i turisti. Dicevano che Varadero era il posto più sicuro ma alla fine ci hanno evacuati. Ora incrocio le dita, spero non succeda nulla a tutti quei turisti e agli abitanti di quelle isole precipitati in un incubo».
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