Il vescovo incontra i fedeli
«Servono gioia e perseveranza»
Monsignor Cantoni ha concluso la visita di tre giorni in Alto lago
«Il compito della Chiesa è vivere la fede ed annunciarla con l’esempio»
Si è conclusa a Colico la tre giorni del Vescovo di Como Oscar Cantoni, iniziata venerdì sera a Morbegno con la Via Crucis e proseguita il giorno dopo al polo fieristico con l’incontro con 2mila ragazzi della cresima e comunione.
Ieri, nella chiesa di San Giorgio, ha presieduto la messa mattutina, al primo incontro con le parrocchie del colichese dopo la sua nomina.
«Sono in ritardo di un anno e qualche mese. - ha detto salutando – Solo ora arrivo qui. Sono venuto con gioia e molto interesse per vedervi, ascoltarvi e pregare insieme ma anche per incoraggiarvi».
Il primo invito ai fedeli è stato a «guardare avanti con lungimiranza e ottimismo per essere testimoni e annunciatori della misericordia di Dio. Siete chiamati a vivere questo segno nella quotidianità. L’ottimismo – ha proseguito nell’omelia – è la virtù cristiana perché seguiamo un crocefisso risorto, in mezzo ad un popolo spesso indifferente».
Terminata la messa, il vescovo Cantoni ha salutato uno per uno i presenti poi si è intrattenuto per dare alcune direttive da seguire.
«Dobbiamo essere obbedienti alla storia. È un principio fondamentale. – ha sottolineato – La Chiesa vive oggi, qui. È una fatica intellettuale quella di capire i tempi d’oggi. Il compito della Chiesa è vivere la fede ed annunciarla. Come comunità missionaria, oggi qui, con tutti i problemi economici, di relazione, della famiglia, del futuro. Dobbiamo stare all’altezza del tempo».
Un invito soprattutto alle famiglie ed ai giovani che sono i grandi assenti nella nostra comunità, come anche ieri alla celebrazione che poteva anche essere molto più partecipata anche da parte dei colichesi.
Non serve fare proselitismo ma essere cristiani attrattivi, di esempio per gli altri: «Essere buono, diverso, bello vuol dire vivere il Vangelo, essere una persona significativa. La fede si rinnova donandola. - ha ripetuto il Vescovo – Dobbiamo togliere le barriere perché viviamo nel 2018, non ai tempi del concilio di Trento. Servono gioia, audacia perseveranza perché i grandi cambiamenti non si fanno con la bacchetta magica. Non dobbiamo costruire muri ma ponti, cambiando la nostra testa che è una fatica per tutti».
Il Vescovo Cantoni ha preparato un testo su cui riflettere che sarà il documento di base per il Sinodo “Testimoni e annunciatori della misericordia”.
Da leggere e applicare «per incentivare i giovani, accendere in loro l’entusiasmo della fede. Perché – ha concluso – è facendo che si costruisce».
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