Il truffatore del cuscino
Mostra quello vero
e rifila quello pieno di rifiuti
«Era un ottimo prezzo, diceva che l’azienda era fallita Ma nella confezione c’era soltanto roba puzzolente»
Spacciano cuscini di pessima qualità, addirittura con all’interno materiale maleodorante e non meglio qualificato, per guanciali di tipo “Memory” dal costo elevato. Dicono che li svendono perché arrivano dal fallimento della casa produttrice. Ma in realtà sono truffatori, venditori porta a porta segnalati in giro per la provincia di Sondrio in queste settimane, e forse anche oltre i confini locali.
La prima denuncia è arrivata in questi giorni da una donna di Cercino, che ha cercato di mettere in guardia i valtellinesi prima attraverso internet, poi ha sporto denuncia alla Guardia di finanza. Dopo essere stata truffata ha deciso di intraprendere una vera e propria battaglia per far sì che nessuno incappasse in vendite fraudolente e, spera, che l’uomo che gli ha venduto il cuscino possa essere punito.
«Quest’uomo, che riconoscerei senza dubbio, si è presentato a casa mia lunedì raccontandomi che la sua azienda era fallita e quindi stava svendendo degli ottimi cuscini “Memory” del valore di oltre 80 euro a 30 euro, 20 euro l’uno se ne avessi comprato due - racconta la donna -. Mi ha fatto vedere il guanciale ed effettivamente era davvero un bel prodotto, così ho deciso di acquistarne uno».
E qui è scattata la trappola: «Il venditore ha messo via il cuscino che mi aveva mostrato, “di prova” ha detto, e me ne ha consegnato uno confezionato, poi si è allontanato in tutta fretta. Solo poco dopo, quando ho tolto l’involucro, ho capito che non si trattava affatto dello stesso cuscino, e aprendolo ho trovato la brutta sorpresa: era stato riempito con materiale maleodorante di vario genere, anche pezzi di carta».
A quel punto la donna ha cercato di rintracciare il veicolo con cui era arrivato il truffatore, ma niente da fare. «Il giorno dopo una mia amica mi ha chiamato per dirmi che aveva visto lo stesso mezzo, così ho deciso di seguirlo - prosegue -. Ho chiamato il 112, e in attesa che arrivassero sono riuscita a trattenere l’uomo con delle scuse. Al loro arrivo, però, i carabinieri hanno potuto fare poco: hanno controllato i documenti, sembra fosse tutto in regola, e non potendo chiedere di vedere i cuscini lo hanno dovuto lasciare andare. A quel punto, allora, ho deciso di denunciare tutta la vicenda sia sui social che alle forze dell’ordine».
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