Gli alpini a Nikolajewka
«Valori sempre attuali»
Colico: si è ripetuta con la consueta partecipazione la cerimonia che ricorda la valorosa battaglia del Don. Monsignor Merisi: «Un’eredità che riguarda tutti»
Nikolajewka, settantacinque anni dopo: «Parlarne non può non significare un impegno a riflettere su un lascito storico che ci riguarda tutti».
Le parole di monsignor Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi pronunciate nell’omelia della messa in San Giorgio, riassumono bene il senso dell’annuale commemorazione della battaglia del 26 gennaio 1943, sui settanta chilometri di fronte sul Don, in Russia.
«La nostra giornata»
E se per istituire la “Giornata della memoria” ci sono voluti sessant’anni ed una legge «noi Alpini – ha ricordato il presidente della sezione Ana di Colico, Luigi Bernardi - non abbiamo avuto bisogno di una legge. Da settant’anni la nostra giornata è Nikolajewka. Da sempre ne abbiamo sentito il bisogno, per non dimenticare. Colico lo fa dal 1946 e uno dei primi ospiti fu proprio quel generale Reverberi che aveva comandato a Nikolajewka».
Non una giornata per esaltare la guerra, bensì per insegnare ai giovani i suoi orrori perché dimenticando, facilmente si ricade negli stessi errori.
Il sindaco Monica Gilardi si è chiesta «che senso ha oggi la celebrazione di un evento così lontano in una società distratta e che va di fretta. Avere come riferimento i reduci – si è risposta - per non dimenticare i valori che ci sono stati tramandati».
In una delle più eroiche battaglie combattute, gli alpini «hanno sconfitto i sentimenti di disfatta e rinuncia che avrebbero pervaso chiunque. Il desiderio di tornare a casa e di amore per la Patria li ha resi invincibili, a costo di enormi sacrifici. - ha detto il prefetto Liliana Baccari – Sono pagine di ardimento, coraggio, fierezza che non sarà mai possibile cancellare».
«Difendere la pace»
Il presidente nazionale Ana Sebastiano Favero è tornato sul tema dei valori dell’identità, della pace e della bandiera: «I valori sono necessari per costruire e difendere la pace, sennò – ha sottolineato - cadiamo in condizioni come quelle di questi giorni. Mercoledì faremo una conferenza stampa a Milano per chiedere a tutte le forze politiche di istituire per tutti i giovani un periodo obbligatorio di educazione civica per far capire il senso di nazione e Patria».
Valori che hanno dimostrato Teresio Olivelli, prima medaglia d’oro al valor militare proclamato beato ieri a Vigevano, e don Carlo Gnocchi con il loro esempio di solidarietà, offerto in modi diversi, dando il dono di sé agli altri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA