Gilardoni, dipendente reintegrata

Ma nel futuro pesa ancora il Tribunale

Mandello La Cassazione ha stabilito che il licenziamento era privo di giusta causa Sindacati soddisfatti, resta l’incognita del Consiglio di amministrazione da nominare

Il licenziamento era privo di presupposti: dopo la Corte d’Appello, anche la Cassazione ha dato ragione a Laura Gaddi, la dipendente della Gilardoni spa che tre anni fa era stata privata del lavoro – dopo una vita intera spesa negli uffici dell’azienda di Mandello – in modo ritenuto artificioso dai giudici.

I fatti sono presto riepilogati: dopo 40 anni di carriera lavorativa come impiegata amministrativa della Gilardoni, nell’arco di solo due mesi la dirigenza le aveva notificato ben 10 contestazioni disciplinari, arrivando quindi all’allontanamento. La Corte d’Appello di Milano, però, ha accolto la tesi della lavoratrice e la Cassazione, confermando in pieno l’esito del secondo grado, ha reso definitiva la sua vittoria. Contestando, tra l’altro, apertamente la sentenza del giudice del lavoro di Lecco, evidenziando che «questo collegio non ha compreso per quali ragioni il giudice di primo grado abbia potuto ritenere sussistente il fatto contestato alla lavoratrice. La motivazione risulta affetta da vizi logico-giuridici nonché da valutazioni palesemente erronee».

Nel frattempo l’attenzione è alta dopo la decisione del Tribunale di Milano di non confermare Marco Taccani, il cui mandato scadrà il 12 giugno, alla guida dell’azienda. I soci dovranno nominare un nuovo Cda, e i sindacati temono che si possa fare un passo indietro, lasciando la strada del rilancio intrapresa negli ultimi otto mesi.
Il servizio su “La Provincia di Lecco” in edicola giovedì 8 giugno

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