Ferrovia, danni non gravissimi. Ma nulla si sa sulla riapertura
Il punto Ieri ancora pulizia della montagna sopra la frana caduta venerdì a Fiumelatte. Le lesioni al tunnel sono meno pesanti del previsto. L’incognita rimane quella dei tempi
Giornata di sopralluoghi e verifiche quella di ieri, con i tecnici rocciatori che hanno lavorato sul fronte alto della frana di Fiumelatte cercando di far scivolare a valle tutto più materiale possibile, quello ancora a rischio distacco. Oggi sarà una nuova giornata di interventi, anche se il maltempo previsto potrebbe in parte rallentarli. L’obiettivo è quello di riuscire a ripulire la parte alta mettendola in sicurezza, così da poter poi lavorare alla galleria ferroviaria che sembrerebbe non aver subito grandi danni.
Priorità
I responsabili di Rfi hanno effettuato le prime verifiche sul tunnel di collegamento tra le due gallerie (quello danneggiato), ma per avere il quadro preciso dei danni - che seppur non gravissimi, ci sono - è necessario che la parte alta della parete sia messa in sicurezza. Si parla di crepe che si sono aperte sul tunnel ferroviario, ma non sono ancora chiari l’entità e soprattutto i tempi per ripristinare la circolazione. Senza treni diretti tra Lecco e Colico, i disagi sono all’ordine del giorno.
Curiosità: dai sopralluoghi di lunedì e di ieri è emerso che il materiale scivolato a valle è superiore al previsto: 800 metri cuvi e non 500.
Oggi sarà un’altra giornata di pulizia e disgaggio e tra giovedì e venerdì si potrebbe finalmente, avere un quadro sui danni complessivi e da lì partire per avere un’ipotesi di ripresa, almeno della linea ferroviaria.
Saranno ben più lunghi, , i tempi per la riapertura della strada provinciale 72. Terminate le operazioni di messa in sicurezza della parete verrà sistemata la galleria stradale, costruita negli anni Settanta come paramassi in una zona considerata (giustamente) a rischio. La galleria il suo lavoro l’ha fatto: ha bloccato la frana facendola finire nel lago, ma il peso del materiale ha sfondato la volta. La galleria andrà messa completamente in sicurezza.
A cinque giorni dalla frana, avvenuta venerdì mattina poco dopo le 10, non c’è ancora una quantificazione economica dei danni: l’Amministrazione provinciale di Lecco si è comunque attivata per chiedere risorse in Regione e al Ministero.
Ripulire l’intera parete, posizionare delle nuove barriere o reti paramassi, e ricostruire la parte di galleria compromessa oltre ad avere un costo elevato, richiederà lunghi tempi.
Un mese, forse anche due. Gli esempi recenti non autorizzano un particolare ottimismo: la provinciale 46 da Onno a Valbrona interessata da uno smottamento nella mattinata del 24 aprile, con una situazione e danni ben più contenuti rispetto a Varenna, a un mese di distanza è ancora chiusa.
Intanto i disagi continuano per chi è obbligato a prendere il treno. La ferrovia resta interrotta e i viaggiatori da e per la Valtellina devono trasferirsi sui bus sostitutiti tra Colico e Lecco. E proprio alla stazione di Colico la situazione è piuttosto complicata.
«A creare preoccupazione è la presenza di un numero sempre crescente di viaggiatori – spega il sindaco di Colico Monica Gilardi – Ai pendolari in questo periodo si aggiungono numerosi turisti, perlopiù stranieri, che sono già in vacanza. Tutti restano in attesa dei bus sostitutivi. Fino a che c’è posto nella sala di attesa, i viaggiatori occupano gli spazi della stazione. Ma questi sono ridotti e, ben presto, chi è in attesa affolla le aree pubbliche all’esterno della stazione».
«Fino a che il meteo è favorevole la situazione può essere gestita - aggiunge - ma in caso di maltempo le criticità sarebbero notevoli. A ciò si aggiunge il fatto che la stazione è dotata di una sola toilette, non abbastanza per far fronte alle esigenze di centinaia di viaggiatori. L’auspicio è che si possa sapere a breve se la ferrovia verrà riaperta».
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