Ex campeggio di Mandello, cantiere fermo fino a ottobre

La situazione si sbloccherà con la sentenza del Tar della Regione Lombardia che stabilirà se l’azienda dovrà abbattere la struttura o potrà riprendere i lavori

Ex campeggio: il cantiere resta fermo almeno fino a tutto settembre, fino a quando non arriverà la sentenza del Tar della Regione Lombardia, che si è riunito il 26 giugno. Il Comune da parte sua si è costituto in giudizio per il ricorso della società “Borgo lariano srl” contro l’abbattimento dell’edificio sorto nell’area dell’ex campeggio in via Lungolario. A settembre la questione si chiuderà definitivamente con l’abbattimento del manufatto oppure con il via libera per l’azienda a completare il lavoro.

«C’è stata la discussione, ma al momento non sappiamo nulla - dice il sindaco Riccardo Fasoli -, siamo basiti dal fatto che l’Amministrazione provinciale si sia “arrampicata sui vetri” non tanto per difendere il suo ruolo ma per andare contro il Comune. Noi abbiamo agito nel giusto».

E’ lunga la questione legata alla rigenerazione dell’area dell’ex campeggio di via Lungolario, ma è fondamentale tenere distinti i vari piani ovvero la questione con un privato, Dario Zaneletti, che ha fatto un esposto in Procura e quella politica nell’ormai eterno scontro tra la minoranza “Casa Comune per Mandello democratica” e il sindaco Riccardo Fasoli. Due situazioni che comunque si incrociano tra di loro. Ora si attende la risposta del Tar che, qualsiasi sia, aprirà nuovi scenari.

Di mezzo pure l’Amministrazione provinciale che non ha dato l’autorizzazione ai lavori, in quanto a suo tempio non gli è stata chiesta. Errore o svista che sia stata, sta di fatto che il documento manca, c’è però il nulla osta della Sovraintendenza. In tutto questo ci sarebbe pure uno sconfinamento edilizio su un’area demaniale.

«La discussione è stata aspra - rimarca Umbetto Grella, avvocato di Zaneletti -, al momento resta tutto fermo. Il Collegio non si è sbilanciato». L’unica certezza al momento è quella del cantiere chiuso, e dell’area abbandonata al degrado che corre veloce. A fine settembre, a seconda della decisione del Tar si apriranno due scenari: con l’azienda che dovrà abbattere la struttura, seppur non è chiaro se l’intero manufatto o la parte su area demaniale; oppure l’azienda potrà riprendere i lavori senza alcuna restrizione.

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