Esino, Sant’Antonio più a rischio del Natale
«Sospendete le tavolate»
Preoccupazione in paese per gli assembramenti
La ricorrenza del patrono è da sempre molto sentita
Il parroco si porta avanti: «Non invitatemi a pranzo»
Salta la festa di Sant’Antonio, ma il rischio assembramenti e feste private fuori norma resta.
Il sindaco Pietro Pensa fa affidamento sui suoi concittadini sperando che non organizzino pranzi con grandi tavolate in casa, come da consuetudine, per il patrono della zona superiore del paese. Ma il detto non detto tra i cittadini lascia intender che qualcosa potrebbe sfuggire al controllo. Non a caso il parroco don Franco Galimberti si porta avantiribadisce lo stesso pensiero aggiungendo: «Ho già detto a tutti di non invitarmi a pranzo perché le norme vanno rispettate. Quest’anno la festa sarà ridotta senza canestri, senza momenti conviviali, ma avrà solo la messa delle 10.30 e quella delle 20.30 in parrocchia e non nella chiesa di Sant’Antonio che è troppo piccola, e non sarebbe possibile assicurare il distanziamento».
Una tradizione molto sentita quella della festa di Sant’Antonio patrono di Esino superiore che porta sempre molta gente, gli esinesi trasferiti altrove tornano per la ricorrenza, e per domenica l’idea era quella di organizzare un grande evento visto che il 17 gennaio coincideva con un giorno festivo, ma invece l’emergenza sanitaria è ancora in corso e tutto è stato rimandato al futuro. Lo scorso anno la manifestazione era stata salva con il Covid ancora sconosciuto, quest’anno invece non si può organizzare nulla.
«Non nascondo di avere avuto qualche resistenza da parte di alcune persone che hanno obbiettato sulla scelta di ridurre alle sole due messe la ricorrenza, poi hanno capito che era meglio così - prosegue il parroco - non dimentichiamo che c’è una normativa da zona arancione da rispettare con varie restrizioni, e che c’è anche il dovere morale di fare molta attenzione nel rispetto l’uno degli altri, e mi auguro che non si organizzino pranzi con numerosi ospiti nelle abitazioni private, mi appello alla coscienza di ciascuno».
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