Disperso con il carro funebre e la bara
I parenti della donna fanno denuncia

La tragedia di Piona Coda giudiziaria per l’incredibile vicenda: il funerale oggi o domani - Il conducente trovato in ipotermia dimesso già sabato dall’ospedale: voleva visitare i genitori?

La salma di Manuela Spargi, 56 anni, di Milano, rimasta per tutta la notte fra venerdì e sabato, a 1.400 metri di quota, in Valmadre, sopra Fusine, nel carro funebre abbandonato dal suo autista quando si è reso conto che non poteva proseguire oltre.

Ora il feretro è tornato a Milano, a disposizione dei famigliari per i funerali, che dovrebbero essere celebrati tra oggi e domani, così come l’autista del mezzo, della ditta San Siro di Milano, è stato dimesso dall’ospedale di San Giovanni Bianco dove era stato ricoverato venerdì sera e, ieri mattina, era a casa, a Milano. In alta quota resta solo il carro funebre, da recuperare.

Dai genitori

Può dirsi rientrata, quindi, la vicissitudine, se così si può dire, cui è incorsa la salma della sfortunata donna, vittima di un tragico incidente stradale che l’ha vista finire, in auto, con il marito e il cugino, nel lago di Piona, a quanto pare a causa di una manovra errata in sede di messa in moto della Nissan Qashqai parcheggiata nei pressi dell’abbazia cistercense.

Il fatto era avvenuto martedì 2 gennaio e venerdì l’addetto delle pompe funebri San Siro era giunto al cimitero di Colico, alle 10.30 del mattino, per ritirare la salma e portarla a Milano in tempo utile per il funerale delle 15. Cui non è mai arrivata, perché l’autista, 37 anni, di Milano, invece di prendere la superstrada da Colico in direzione Lecco-Milano, cosa semplicissima, si è complicato la vita prendendo per Morbegno-Sondrio e, peggio, risalendo la Valmadre da Fusine verso il passo di Dordona, con l’intendo di scendere a Foppolo e raggiungere Piazza Brembana.

Pare volesse fare tappa lì, a Piazza, per salutare i genitori e riprendere, subito dopo, il viaggio verso Milano, e, tratto in inganno dal navigatore, abbia imboccato questa agro-silvo-pastorale, bellissima, ma fattibile a stento anche d’estate e solo con mezzi fuoristrada particolari. Finendo, così, per bloccarsi nella neve, senza riuscire ad andare né avanti né indietro. E prendendo a salire a piedi, invece, che scendere, verso quota 2.000 e il passo Dordona, camminando per quattro ore e rischiando l’assideramento.

Quando lo hanno trovato gli operatori degli impianti di Foppolo saliti con le motoslitte era in principio di ipotermia.

Superato, comunque, bene, per cui, ora, si tratterà, semmai, di affrontare il seguito di questa incredibile vicenda, stante la denuncia per scomparsa della salma presentata, venerdì sera, ai Carabinieri di Milano Porta Magenta dai famigliari di Manuela Spargi.

Coda giudiziaria

Non è esclusa una coda giudiziaria, per il fatto che la salma è stata abbandonata nella tormenta, e, attesa a Milano per i funerali, non è giunta, facendo saltare pure quelli a chiesa zeppa di fedeli.

In molti si interrogano anche sul perché sia giunto a Colico, a prelevare la salma, solo un operatore della ditta di pompe funebri, dato che, in questi casi, di solito ci si muove in due.

A procedere, in ogni caso, è la magistratura milanese, dato che la denuncia è stata presentata ai Carabinieri di Porta Magenta.

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