Da Colico a Lecco in Super
Che fatica guidare tra i limiti
Tratti a 90 chilometri orari, poi subito 70 - Un continuo cambio di marcia che non aiuta la sicurezza - E l’autovelox spunta quando meno te l’aspetti
Un viaggio al limite. O nei limiti. Con qualche acrobazia e l’attenzione sempre massima per non incappare nell’autovelox che, puntuale, ci aspetta al km 65+600, dopo la galleria di Somana (Mandello), nascosto dietro a un guard-rail, alla faccia del “non faremo imboscate a nessuno”. Cartelli di preavviso? Tanti e nessuno. Ovvero: ogni tot metri, l’ultimo dopo la galleria Fiumelatte (Lierna), ci sono i grossi cartelli con scritto “Controllo elettronico della velocità”. Ma ci sono sempre stati e quasi nessuno ci fa più caso. Si sa che ci potrebbero essere.
Ma quello dopo la galleria di Mandello giunge inaspettato perché, prima, a costo di essere smentiti, la pattuglia della Stradale non ha messo nient’altro a segnalare la sua presenza. Sarà sicuramente giusto così, ma se fossimo stati un attimo distratti, su quel tratto avremmo preso la multa. E con l’andirivieni di limiti (lì per fortuna è a 90 km/h), avremmo rischiato grosso.
Ma andiamo con ordine. Il nostro viaggio verso Lecco comincia a Colico, ingresso Colico-Piona. Imbocchiamo subito la “Monte Piazzo” (riqualificata da pochi anni) e partiamo con il limite a 90 orari, ma già nella galleria “Corenno” (prima di quella di Dervio), pochi chilometri dopo, ecco il cartello che ci obbliga ad abbassare la velocità a 70. Naturalmente a quella velocità ci passano anche i Tir. Uno a doppio rimorchio ci sfiora quasi a sottolineare che dovremmo andare più forte. Ma noi siamo ligi ai limiti. D’altronde, poco dopo, nella galleria Regoledo, il limite torna a 90 orari. Siamo oramai a Bellano e cominciano le segnalazioni su grandi cartelli scritti in bianco su sfondo blu: “Controllo elettronico della velocità”. Sui pannelli a caratteri mobili, però, non è segnato nulla. A volte capita di trovare “Controlli sulla velocità in corso”: è più corretto. Ma non li notiamo. Proseguiamo e anche la galleria Ciserino, il cui limite è sempre 90 orari, è corredata di cartelli che indicano i possibili controlli di velocità. Eppure in tutte le gallerie c’è il cartello che impone la distanza minima di sicurezza a 100 metri. Una distanza “tarata” sui 100 km/h da manuale di scuola guida: come suggerisce anche l’Aci basta dividere la velocità che si sta tenendo per 10 (90/10=9) e moltiplicarla per il suo quadrato (9 per 9=81). Guarda caso per 100 km/h la distanza minima di sicurezza è di 100 metri. Non che faccia male tenere una distanza maggiore, vista anche la pendenza di alcune gallerie (che incide sulla distanza minima e non rispetta pedissequamente la regoletta). Ma è evidente che la cartellonistica è ancora “vecchia”, se non quella relativa ai nuovi limiti.
Intanto, facendo caso a tutti i cartelli, ci ritroviamo al punto di partenza del nostro articolo: facciamo appena a tempo ad accorgerci dell’ultimo cartello che ci invita a tenere la distanza di sicurezza tra veicoli, che ci troviamo all’imbocco della galleria Somana. Usciti, ecco che nell’area di parcheggio, alla sua uscita in realtà, nascosto dietro al guard-rail c’è l’autovelox. Una sorpresa, appunto. E noi stiamo andando a 70-80 all’ora al massimo. Fortunatamente… La scampiamo.
Pochi chilometri dopo non ce l’avremmo fatta, forse: nella galleria “Luzzeno”, infatti, incontriamo un limite di 80 chilometri orari che, pochi metri dopo, diventa di 60 con la segnalazione della curva pericolosa e della possibile acqua sulla carreggiata. Quindi il segnale di lavori in corso (quali?) e dei dossi. Usciamo che possiamo pigiare un pochino sull’acceleratore e arrivare ai 70. In poche centinaia di metri, tre limiti diversi.
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