Condannato per la canapa
Il vigile è rientrato al lavoro
Era stato sospeso, poi la condanna a dieci mesi in primo grado. Ma ora è ai servizi demografici, non al comando di polizia locale
È rientrato in servizio Gian Battista Ganzinelli, il vigile di 49 anni residente a Bellano ma dipendente del Comune di Lecco che era stato sospeso dalle sue funzioni dopo che all’inizio del mese di settembre dello scorso anno era stato arrestato dai carabinieri per via di 23 piante di canapa indiana scoperte in un terreno in Valvarrone. Arresto che era stato convalidato convalidato il giorno seguente (ma con l’immediata remissione in libertà) dal giudice del Tribunale di Lecco.
A febbraio, Ganzinelli è stato assolto per la detenzione di 83 grammi di marijuana - considerata per uso personale - «perché il fatto non costituisce reato», ma condannato per la coltivazione delle piante di canapa a dieci mesi e venti giorni di reclusione e 2.800 euro di multa, con i doppi benefici di legge della sospensione della pena e della non menzione.
Nonostante il procedimento penale fosse ancora in itinere - e lo è tutt’ora, fino alla sentenza definitiva - la Commissione disciplinare del Comune di Lecco aveva confermato la sospensione dal servizio dell’agente della Polizia locale, sospensione decisa poche ore dopo il suo arresto. Il procedimento disciplinare era stato decretato sospeso ma sospesa era rimasta anche la posizione dell’uomo, che è stato reintegrato in servizio soltanto di recente, come ha confermato ieri il legale che lo sta assistendo nel delicato “contenzioso” con il Comune, l’avvocato Grazia Scurria (per il procedimento penale, Ganzinelli è invece assistito Carlo Alberto Zaina di Rimini)
A Ganzinelli non è mai stata contestata la cessione di sostanza stupefacente a terzi. In sede di convalida dell’arresto, il pubblico ministero Paolo Del Grosso (il fascicolo è poi passato al collega Nicola Preteroti, ndr) aveva infatti inquadrato il capo d’imputazione, contestando la coltivazione illecita e la detenzione di sostanze stupefacenti.
L’arresto di Ganzinelli era stato l’atto conclusivo di una specifica attività d’indagine condotta dai carabinieri di Colico, che due settimane prima di far scattare l’operazione avevano riscontrato la presenza, in località Subiale di Introzzo, di svariate piante di cannabis dell’altezza media di circa due metri.
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