Colico, in treno senza abbonamento
Multa annullata dopo le proteste
La ragazzina di 14 anni lo aveva dimenticato. Il padre non ci sta «Il controllore applica la legge alla lettera? Allora io faccio altrettanto»
Giulia Riella è una promettente tennista che ha appena compiuto 14 anni e si reca tre volte alla settimana a Lecco per gli allenamenti.
Di solito l’accompagna un genitore in auto, qualche volta utilizza il treno da Colico. E proprio sul treno è incappata in un malaugurato episodio che non è affatto stato accettato dai genitori.
Quel giorno la ragazzina aveva dimenticato l’abbonamento a casa e dopo qualche settimana le è stata notificata, tramite raccomandata indirizzata a suo nome, una multa di 66,80 euro, ridotta a 52,80 se pagata entro cinque giorni.
Mancata notifica ai genitori
Filippo Riella , papà di Giulia, sì è sorpreso non poco e ha consultato un legale. «Il buon senso mi suggerisce che se una tredicenne (la figlia non aveva ancora compiuto i 14 anni, ndr) si giustifica dicendo di aver dimenticato a casa l’abbonamento del treno, si potrebbe anche fare una verifica prima di sanzionarla – afferma lo stesso genitore – Ma siccome lo zelante controllore ha voluto applicare la legge alla lettera, anch’io ho fatto altrettanto».
Il costo del biglietto ColicoLecco per una minore sarebbe stato di 4,70 euro; 46,50 la sanzione, 10 le spese di procedimento e 5,60 quelle della raccomandata.
E così Riella ha contestato a Trenord la sommaria individuazione del destinatario, di cui sull’atto ricevuto non comparivano i dati che permetterebbero di accertarne l’effettiva identità, e la mancata notifica ai genitori, ai quali, che come prevede la legge, devono essere contestate le violazioni commesse da minori.
E così l’azienda dei pubblici trasporti su rotaia ha accolto le sue rimostranze.
Il legale di Trenord
«Dopo aver effettuato le indagini del caso – scrive l’avvocato Yari Mori , della funzione legale di Trenord – la scrivente società ha accolto le sue motivazioni e ha provveduto ad annullare in autotutela il verbale inviato a sua figlia, in quanto non sono state rispettate le procedure previste per l’irrogazione della sanzione».
Per la famiglia Riella, più che di una rivincita, si tratta di una questione di principio.
«Quando qualcosa non mi convince, divento testardo e vado fino in fondo per far valere le mie ragioni – commenta Filippo Riella – Sono dovuto ricorrere a un legale e ho speso più della cifra imposta dalla sanzione stessa, ma sono soddisfatto. C’è chi, magari non può permetterselo e, purtroppo, è costretto a pagare una multa ingiusta sotto tutti i punti di vista».
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