Colico: centinaia di alpini in sfilata per non dimenticare i caduti di Nikolajewka
Come ogni anno si è tenuta la commemorazione dei caduti nella battaglia sul fronte russo durante la ritirata. Presenti i rappresentati di numerose sezioni lombarde e il picchetto armato del 5° Reggimento di Vipiteno
Colico non dimentica il sacrificio degli Alpini caduti nella Battaglia di Nikolajewka, una ferita che resta sempre aperta. Il ricordo di ciò che avvenne il 26 gennaio 1943 sul fronte Russo è sempre vivo e prezioso e ogni anno si rinnova il dolore per quella tragica ritirata. «Ogni anno dal 1950, a Colico, si svolge la commemorazione della Battaglia di Nikolajewka: un dovere che abbiamo nei confronti dei caduti della campagna di Russia, dei caduti e dispersi di tutte le guerre. Dobbiamo ricordare cosa è stata e cosa ha significato questa battaglia», ha esordito Stefano Foschini, presidente della sezione Ana Alto Lago di Colico.
Prima la messa
Le Penne nere sono giunte a Colico a centinaia. Hanno sfilato per le vie del paese e partecipato alla messa celebrata da monsignor Francesco Coccopalmerio, con il parroco don Lucio Fasoli, hanno ascoltato i discorsi delle autorità civili e militari, e hanno reso onore ai caduti. Presenti i rappresentanti delle sezioni Ana Valtellinese, di Lecco, Como, Bergamo, Milano, Monza, Varese e Argentina, il gonfalone di Regione Lombardia, Provincia di Lecco e di Como, Comune di Colico. E un’infinità di gagliardetti a rappresentare i tantissimi gruppi Ana che portano nel cuore il ricordo di quegli Alpini che hanno scritto una delle pagine più eroiche e drammatiche della storia della Seconda Guerra mondiale.
Tanta l’emozione al passaggio del corteo, cui ha partecipato anche un picchetto armato del 5° Reggimento Alpini di Vipiteno e in occasione dei discorsi ufficiali, tenuti dalle autorità e dal giovanissimo Nicola Cazzaniga, sindaco dei bambini. Monica Gilardi, sindaco di Colico ha evidenziato il valore del ricordo della battaglia “lontana nel tempo e nello spazio, celebrata come fosse accaduta ieri. Che rappresenta un atto di eroismo militare, ma anche un esempio di solidarietà, sacrificio e amore per la vita».
Portando il saluto del comandante delle Truppe Alpine, generale di divisione Michele Risi, il comandante del 5° Reggimento Alpini Riccardo Venturini ha sottolineato: «La vicenda degli Alpini di Nikolajewka è una fotografia sulle tragedie della guerra, ma raffigura esempio luminoso di come anche nei momenti più bui l’essere umano possa elevarsi con gesti di straordinaria solidarietà e fratellanza. Agli alpini e gli altri soldati italiani che hanno affrontato la ritirata di Russia ci insegnano valori Umani e morali straordinari. Abbiamo il sacro dovere di mantenere viva la memoria di quelli che sono andati avanti, a maggior ragione oggi poiché in quei luoghi ancora si combatte».
L’intervento di chiusura
In chiusura l’intervento del presidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero, che ha ricordato come quella di Nikolajewka sia stata «una battaglia per tornare a baita, un momento decisivo per permettere a pochi di tornare a casa ed è stato il sacrificio di tutti gli altri. Testimonianza della capacità di mettere il “noi” davanti all’ “io”. Per questo i nostri reduci hanno voluto farne memoria fino in fondo”.
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