«Camere piene
ma pochi italiani»
Primo bilancioÈ un’estate da tutto esaurito sul Lario
Beri (Federalberghi): «Bene ma servono infrastrutture»
E’ ancora presto per tracciare un bilancio definitivo, ma l’estate 2018 si prospetta senza dubbio come una di quelle molto positive per gli operatori turistici. Giunti quasi a metà agosto, due conti si possono tirare e sono senza dubbio favorevoli per un ambito che si vorrebbe sempre più pesante nel quadro economico territoriale.
Ad agevolare l’andamento positivo di questa stagione sta contribuendo in modo determinante il meteo: in queste settimane a farla da padrone è stato il bel tempo, con il sole sempre a splendere alto accompagnato da temperature elevatissime. Un caldo assolutamente intenso, che ha prodotto, stando alle rilevazioni di Coldiretti, un picco nei consumi di gelato, cresciuti di 30 punti.
In questo quadro complessivo, in cui le precipitazioni sono state anche violente e abbondanti ma comunque limitate e di durata tutto sommato contenuta, i benefici sono stati tutti per gli operatori turistici.
«La stagione sta andando bene – ha confermato Severino Beri, presidente di Federalberghi Confcommercio Lecco e titolare di Hotel Royal Victoria e Villa Cipressi di Varenna -, anche perché le condizioni atmosferiche stanno aiutando, con sole e gran caldo. Le previsioni sono molto buone anche per tutto agosto e settembre: abbiamo tante prenotazioni».
Meteo a favore, dunque, per una presenza che, come sempre, è prevalentemente d’oltre confine. «Soprattutto per quanto riguarda il centro lago, l’affluenza turistica è soprattutto straniera: abbiamo tanti americani, svizzeri, ma in particolare stanno aumentando in modo considerevole i francesi. Gli italiani sono veramente pochi, ma è un classico».
Anche senza villeggianti del Belpaese, comunque, le aspettative stanno venendo assolutamente rispettate. «L’estate era andata bene già nel 2017. Quest’anno le aspettative erano buone e stiamo sostanzialmente confermando i numeri fatti l’anno scorso».
Questa, in effetti, è una nota in agrodolce. Perché «i numeri erano già molto alti e se le strutture sono praticamente piene è difficile andare oltre le capienze».
Ciò significa che, sotto un certo punto di vista, i margini di crescita sono estremamente ridotti. «Il territorio sta migliorando ogni anno, progredendo in termini di qualità ricettiva. Tante strutture hanno provveduto a una riqualificazione, ma anche a livello culturale c’è stato un importante cambio di passo».
Ci sono però anche lacune importanti. «Abbiamo bisogno di più infrastrutture. Come industriali, artigiani e commercianti soffriamo la viabilità attuale. Si impiega quasi meno tempo per arrivare da Londra a Orio in aereo che da Bergamo a qui in auto».
Serve che la nuova Lecco – Bergamo venga ultimata, dunque, ma anche altro. «Se vogliamo che la gente venga nelle nostre zone dobbiamo darle servizi adeguati. I parcheggi non sono sufficienti: bisogna migliorarli, ma senza raddoppiarne il prezzo. Penso a Lecco, dove paghi fino a mezzanotte. La lungimiranza dov’è? Inoltre, il cliente che arriva dall’estero e in aeroporto noleggia un’auto non trova nemmeno un cartello, un’indicazione in inglese. Bisogna coltivare una mentalità pienamente turistica, cosa che adesso al lecchese manca. Il turismo potrà diventare un supporto importante per l’economia del nostro territorio, ma sarà sempre il manifatturiero ad essere trainante».
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