Cadde nel lago e annegò
Sperano nell’assoluzione
Giù dalla motonave sulla tratta tra Menaggio e Varenna: senza scampo Renata Lanfranconi, 59 anni. Imputati di omicidio colposo il comandante e due marinai. La tesi del suicidio
Confidano nell’assoluzione dall’accusa di omicidio colposo il comandante Fulvio Ferradinie i marinai Davide Foggetta, e Cristiano Rivolta, finiti a processo per l’annegamento di Renata Lanfranconi, 59 anni, già residente a Bellagio, avvenuto nel lago. La donna era caduta dalla motonave “Ghisallo”, in navigazione da Varenna a Menaggio.
Sulla fondatezza della versione del suicidio hanno sempre insistito i difensori, nello spiegare i ruoli di ciascun indagato. La tragedia accadde tra il 28 e 29 gennaio 2012. Presenti due dei tre citati a giudizio, ieri nell’aula del tribunale da un altro teste si è avuta conferma di quell’inquietante risvolto di malessere e delle difficoltà di poter fare luce su tanti aspetti e problemi della vita di Renata Lanfranconi.
Con l’assistenza dei propri legali che si sono battuti per fare riconoscere il gesto volontario della 59enne, il comandante e i marinai attendono con grande ansia la prossima udienza. Sperano di poter conquistare l’assoluzione da quei sospetti che hanno avvelenato le loro esistenze da tre anni e cinque mesi a questa parte. Con parere del viceprocuratore onorario Mattia Mascaro, fra i protagonisti delle udienze con i colleghi Pietro Bassi e Giuseppe Pellegrino. La donna annegò nel centro lago e venne infatti recuperata ormai cadavere il giorno 29 gennaio 2012, venti ore dopo essere caduta dalla motonave “Ghisallo”, sulla rotta Menaggio-Varenna.
Il giudice Gianmarco De Vincenzi ha disposto il rinvio dell’udienza decisiva per la sentenza al 16 dicembre.
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