Agoni, che passione. Sequestrati dieci chili a pescatori di frodo

Scambio generazionale con i nonni che insegnano ai ragazzi le tecniche per pescare e che svelano loro i posti migliori, quelli che non vanno raccontati in giro perché altrimenti poi arriva la concorrenza. Pescare gli agoni più che uno sport è una tradizione.

Sabato scorso, 15 giugno, è partita la pesca all’agone uno degli appuntamenti più attesi sul lago, da Oliveto a Mandello salendo fino a Bellano e Dervio. Pescare gli agoni, che una volta essiccati diventano i “missultin” simbolo del Lario, pressati e conservati un latte, da mangiare d’inverno accompagnati con la polenta.

La licenza regionale costa 23 euro e il permesso Fipsas 30 euro, complessivamente 53 euro, e i controlli sono continui. «Nei giorni precedenti l’apertura le guardie volontarie Fipsas hanno fatto dei sequestri di pesce e attrezzature, e dato sanzioni - spiega Stefano Simonetti, presidente della Fipsas provinciale -. Sono stati requisiti dieci chili di agoni e poi donati a Cascina don Guanella di Lecco, sono state fatte quindici sanzioni a pescatori che non hanno atteso l’apertura dell’attività il 15 giugno e otto attrezzi sequestrati perché non in regola. Controlli che proseguono. Le zone dove si pesca di più sono segrete, o meglio i pescatori non le svelano».

Tra le aree migliori ci sono comunque Oliveto Lario e al vicina costiera di Bellagio, ma anche il tratto tra Abbadia e Mandello, Lierna, Varenna e salendo le zone “top” sono Dervio e Bellano. Un po’ tutto il lago anche se poi a detta degli esperti molto può variare anche su una distanza di duecento metri. Queste ultime due sono molto gettonate tanto che ci sono pescatori che arrivano già nel pomeriggio a prendere il posto sulla spiaggia.

«Le tecniche di pesca sono due - spiega Simonetti - con la canna durante la giornata ma anche di sera e con il quadrato all’imbrunire». Il quadrato o bilancino è una rete da pesca a forma quadrata con quattro asole poste agli angoli che vengono fissate agli estremi di due aste metalliche incrociate, fissate da una corda ad un palo simile a una canna da pesca che alzato issa la rete. Gli agoni sono una sottospecie della Cheppia che si sono adattate completamente alla vita in acque dolci. In particolare, si tratta di un pesce gregario che vive in banchi nei grandi laghi. Tanti pescatori che attirano anche un pubblico che sta sulla spiaggia ad ammirare chi col quadrato o con la canna cattura gli agoni. Pubblico che dovrebbe stare in silenzio ma che alla fine non riesce a trattenersi dai commenti, poi come sempre una cosa è essere impegnati in prima persona e un’altra è stare ad osservare e pensare a voce alta. E ogni tanti non mancano neppure le “frecciatine” tra un pescatore e l’altro sul bottino serale.

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