Aereo militare precipitato sul Legnone, otto indagati

Otto indagati per la tragedia del jet Aermacchi M346 della Leonardo che, il 16 marzo di tre anni fa, si schiantò contro il monte Legnone, provocando la morte del pilota britannico Dave Ashley, finito contro la parete rocciosa dopo l’espulsione del sedile dal velivolo. Un secondo pilota, il veronese Giampaolo Goattin, rimase lievemente ferito. Lo ha annunciato pochi minuti fa nel corso di una conferenza stampa al Comando provinciale dei Carabinieri di Lecco il procuratore della Repubblica Ezio Domenico Basso, che, con la collega Chiara Stoppioni, nei giorni scorsi ha notificato agli indagati, sette dirigenti di altrettante divisioni di Leonardo e lo stesso Goattin, l’avviso di conclusione delle indagini.

Indagini particolarmente articolate e complesse, con numerose consulenze, che hanno portato la Procura a delineare il quadro entro il quale la tragedia si sarebbe consumata. Agli indagati vengono contestate, a vario titolo, le ipotesi di reato di disastro aviatorio colposo e omicidio colposo derivante dalla violazione delle norme antinfortunistiche, ritenendo che la morte di Ashley sia da ascrivere nell’ambito di un infortunio sul lavoro. Chiamata in causa anche Leonardo Spa, per la responsabilità amministrativa legata alle stesse norme antifortunistiche contestate penalmente agli indagati.

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