
Cronaca / Circondario
Lunedì 28 Aprile 2025
Villa Sacro Cuore di Civate, cordata per il recupero. Chiesti 3,6 milioni alla Fondazione Cariplo
Civate
«Per il recupero di Villa Sacro Cuore è nata, a Civate, una cordata che ha portato alla presentazione del progetto candidandolo a un finanziamento - per interventi cosiddetti emblematici - erogabile da Fondazione Cariplo. La nostra richiesta è di 3 milioni e 600.000 euro»: lo rende noto il sindaco Angelo Isella. Villa Sacro Cuore sorge nel centro storico di Civate, davanti al complesso di San Calocero, oggi Rsa “Casa del cieco”.
Prosegue Isella: «La candidatura è avvenuta in partnership sia con le due case di riposo di Civate - quindi, anche con la Rsa “Brambilla e Nava” - la parrocchia, gli Amici di San Pietro, per un progetto che mira a offrire sia una quota di spazi ristrutturati per accoglienza turistica (proprio in ottica di valorizzazione del complesso abbaziale di San Pietro al Monte), sia a fini museali ed espositivi, ma altresì come centro diurno per gli anziani in co-gestione - ed è un’altra importante novità - tra le due Rsa».
Aggiunge il sindaco: «Va sottolineato che questo è un progetto scritto a quattro mani dagli uffici municipali e dal Politecnico di Milano, facoltà di Architettura, nell’ambito del laboratorio di Restauro urbano con la professoressa Gianbruno, con la quale abbiamo peraltro appena rinnovato la convenzione stipulata tre anni fa. Qualora il progetto dovesse passare la prima fase di selezione, entro il prossimo ottobre dovremo presentare l’esecutivo, per cui stiamo continuando a lavorare». Una parte dell’avanzo di amministrazione (cioè dei risparmi) del 2024 verrà destinato dal Comune per fare indagini stratigrafiche e strutturali «che serviranno comunque - chiarisce Isella - per qualsiasi progetto si vorrà fare in futuro: per cui è un investimento che sicuramente non andrà perso».
Villa Sacro Cuore è stata acquistata recentemente dal Comune. La Sovrintendenza l’ha inclusa nei propri elenchi, considerato che la costruzione risale almeno al 1761. L’immobile, secondo la perizia del Tribunale, si presenta «in avanzato stato di degrado e abbandono, fatiscente sia negli spazi esterni che interni, senza pregiudicare la statica dell’edificio». L’edificio, dal 1942 al 2001, ha ospitato la casa di riposo “Brambilla e Nava”. Dopo il trasloco di quest’ultima nella sede attuale, un’immobiliare bergamasca, la “Giovi Srl”, propose un piano di recupero che avrebbe dovuto riguardare circa 5mila e 300 metri cubi: includeva spazi commerciali al piano terra e appartamenti negli altri due piani. Successivamente l’immobiliare è però fallita e la villa - che un tempo era appartenuta alla nobile famiglia Dell’Oro - sta andando in rovina, tra la preoccupazione generale.
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