Quasi peggio i cinghiali del lupo: in frazione Trebbia - dove nelle scorse settimane si è registrato l’ultima aggressione del temibile predatore - adesso imperversano anche gli ungulati. I residenti, tra i due mali, «quasi quasi» propendono per questi ultimi. Tra i volontari che si impegnano e hanno a cuore la manutenzione del territorio, Lorenzo Vassena denuncia: «Nei dintorni della frazione Trebbia e in San Martino i cinghiali stanno facendo danni alle “casote”, oltre che ai sentieri e alle proprietà».
I volontari si occupano sia della cura delle “casote”, sia della sentieristica e di luoghi di spicco di Valmadrera come i dintorni del Santuario della Madonna di San Martino e gli esterni dell’ex Mulino Valsecchi. Le “casote” sono di costruzioni peculiari, che un tempo rivestivano un’importanza vitale per la vita sociale e per l’economia di una realtà contadina oggi scomparsa. La Comunità montana ne ha promosso anni fa un censimento, anche per riscoprire e rivalutare queste costruzioni contadine (erette con criteri di ingegneria ambientale) uniche nel loro genere. In località Trebbia, ora, i cinghiali imperversano andando a grufolare non soltanto nei terreni (inclusi quelli coltivati, naturalmente), ma anche sul tetto delle “casote”, rischiando di arrecare danni permanenti e decisivi per la conservazione di queste strutture sopravvissute fino a oggi vincendo usura del tempo e avversità. I grossi esemplari tentano altresì di intrufolarsi all’interno e rovinano tutt’attorno, i percorsi di accesso e l’area dove i volontari hanno installato i pannelli esplicativi dell’architettura rurale. La notizia delle ultime incursioni, diffusa attraverso i social, ha suscitato reazioni di condivisione dell’allarme lanciato dai volontari:
«Ormai, i cinghiali stanno distruggendo ovunque», è l’opinione generale; «Si avvicinano sempre più alle case e diventano un vero problema», protestano altri. Il predatore naturale dei cinghiali è proprio il lupo che, però, finora - sia nel Parco Monte Barro di Galbiate, sia in Trebbia - ha dimostrato di preferire prede molto più facili: capre nei recinti privati e un capriolo; ciò, perché si tratterebbe di un esemplare isolato e non ancora di un branco. Proprio ieri, nella sala espositiva dell’Eremo di Monte Barro, è stata inaugurata una mostra del Wwf sulla presenza del carnivoro in Italia, visitabile anche oggi. Quanto ai cinghiali, in genere i loro attacchi all’uomo sono scatenati da una sensazione di minaccia, anzitutto a protezione dei cuccioli. Il cinghiale può reagire mordendo o spingendo violentemente; anche gli animali domestici - cani e gatti - possono essere aggrediti dai cinghiali, con conseguenze anche gravi.
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