Cronaca / Circondario
Lunedì 02 Dicembre 2019
Valmadrera. «Teleriscaldamento
Non tutti i problemi sono risolti»
Legambiente mette in guardia sui possibili rischi del progetto ormai in dirittura
«Negli impianti all’avanguardia andranno usate fonti rinnovabili e quasi a chilometro zero»
Legambiente mette in guardia dai «rischi del teleriscaldamento a biomasse: siamo in prossimità del termine per la consegna dei progetti che concorreranno al bando di Silea – ricorda – e, secondo le informazioni, tre sono le società partecipanti. Sebbene Silea non abbia fornito finora informazioni e rassicurazioni al riguardo, le condizioni dettate dalle delibere dei tre Comuni (Lecco, Valmadrera e Malgrate) interessati dal passaggio nel sottosuolo della rete di teleriscaldamento sono chiare e vincolanti: impossibilità di alimentare la rete sia a rifiuti, dal 2032, sia a fonti fossili».
Il teleriscaldamento doveva nascere ad opera di Silea stessa, che gestisce l’inceneritore di Valmadrera, investendo risorse proprie per valorizzare la combustione dei rifiuti; ora, invece – dopo serrato dibattito - è stata intrapresa la via del project financing, con una gara per selezionare il progetto più innovativo ed ecosostenibile. Per Legambiente «è condivisibile la preoccupazione, espressa da altre associazioni oltre a noi, per un progetto che potrebbe avere un impatto decisivo sul territorio, sulle politiche energetiche locali, oltre che sulla gestione dei rifiuti. L’idea di una rete di teleriscaldamento può essere accettabile solo se basata su fonti rinnovabili sostenibili e su impiantistica all’avanguardia».
Per Legambiente «è realistico pensare che le biomasse rappresentino la fonte per l’alimentazione (intera o parziale) più probabile prevista dai progetti in gara, dato che richiedono una riconversione del forno dopo il 2032 relativamente semplice, rispetto alle soluzioni ambientalmente migliori come le pompe di calore alimentate da fotovoltaico e solare termico. È tuttavia necessario fare alcune precisazioni sulla reale sostenibilità delle biomasse. Un primo problema – ricorda Legambiente - è rappresentato dalla filiera: sono sostenibili se non implica il trasporto per lunghi tragitti, se non rappresentano una forzatura del naturale ciclo di ricrescita degli alberi e di assorbimento dell’anidride carbonica; e se si tratta di scarti che non troverebbero una miglior collocazione. Il secondo problema è che una rete di teleriscaldamento progettata solo su biomasse implica legarsi di nuovo a processi di combustione. Sussiste il rischio che, mantenendo il forno di Valmadrera come centrale del teleriscaldamento, ci possano essere, nel futuro, cambi di direzione politica che possano puntare ulteriormente sulla combustione di rifiuti. Questa opzione non è assolutamente pensabile».
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