Valmadrera: recupero dell’antico mulino Valsecchi, stanziati altri 150 mila euro

L’amministrazione comunale ha staccato un altro assegno per l’antico mulino ex Valsecchi: entrata in carica da poco, dedica al progetto di recupero una delle prime variazioni di bilancio. La decisione, all’inizio del nuovo mandato, è di destinare al restauro «ulteriori 150.000 euro a fianco dei 140.000 già ottenuti dal Gruppo di azione locale Gal», hanno reso noto l’assessore ai Lavori pubblici Antonio Rusconi e alle Finanze, Martina Dell’Oro.

Il mulino Valsecchi (da qualche tempo, di proprietà comunale) era operativo già ai tempi dell’ordine religioso dei Fatebenefratelli (poi dato in gestione alla famiglia Valsecchi). L’impianto di via Molini risale al 1600, fu ampliato nel 1854, quando fu sostituita la ruota in legno con una metallica, molto innovativa per l’epoca e presente tuttora. È un raro esempio in Lombardia di mulino pluripiano e produceva farina bianca quando, per quella gialla, si andava fino a Bellagio: il pane bianco sostituì gradualmente la polenta a metà del Novecento e, fra i mulini maggiormente in voga all’epoca spiccava proprio quello di Valmadrera, per dimensioni. Rusconi ha già avuto modo di spiegare il «filo rosso che desideriamo fare sì che unisca diverse testimonianze della storia della città, attraverso cui recuperare la nostra memoria».

I primi lavori sull’ex mulino Valsecchi sono stati aggiudicati alla ditta “Radaelli Costruzioni” di Inverigo: per il primo intervento, il Comune finalizza il finanziamento di 140.000 ottenuto sul bando “Incentivi per il recupero e la valorizzazione del patrimonio rurale” e integra con fondi propri. L’acquisto era avvenuto già in precedenza, per 250.000 euro. Quello in atto, finanziato per il 70% dal Gal, è un intervento cge riguarda il settore frontale del mulino: verrà sistemato il piano terra, dove si trova il portico. Il secondo step, con successivo finanziamento consisterà nella sistemazione del piano soprastante e del tetto. L’ala laterale di sinistra, invece, si presenta in condizioni relativamente buone. Infine, la pianificazione include il recupero dei macchinari e la riapertura della derivazione del Río Torto, mediante le saracinesche esistenti, per rimettere in funzione la pala.

Per Rusconi, «le opere nel complesso potranno presumibilmente concludersi entro due anni». Quanto all’opposizione politica, Alessandro conserva la posizione che, al riguardo, è sempre stata di «forte contrarietà sulla decisione di acquistare il vecchio mulino», ritenendola una «scelta allucinante per il costo e le incognite della riqualificazione, tanto più nel periodo socio-economico molto difficile in cui ci troviamo, col rischio di creare un ennesimo debito che graverà a lungo, in futuro, sul bilancio comunale; per giunta, non c’è alcun atto di indirizzo per la pianificazione dell’utilizzo. In sostanza, costi elevati non programmabili mentre, in questa fase, sono altre le reali necessità da fronteggiare».

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