Valmadrera: i ladri colpiscono ancora

L’offensiva non è affatto terminata e l’ultima razzia è stata pesante. Sono state tre le case visitate nelle ore a ridosso della Vigilia: due in via Chiari e una in via Monsignor Pozzi

L’offensiva non è affatto terminata: i ladri sono ancora all’opera nelle abitazioni di Valmadrera, dove l’ultima razzia è stata pesante. Sono state tre le case visitate nelle ore a ridosso della Vigilia: due in via Chiari e una in via Monsignor Pozzi.

A rendere ancora più esasperante la situazione per i residenti è che lo stillicidio continua sempre nelle stesse vie, pressoché alle stesse ore e in giornate, peraltro - come, appunto, le festività - in cui i reati contro il patrimonio sono statisticamente più probabili. Tuttavia, inutile dire che anche stavolta i semi ignoti l’hanno fatta franca; sì, perché- come si è già detto - per gli abitanti, gli autori potrebbero facilmente avere un nome e un cognome. I sospetti si concentrano su quattro individui residenti a Valmadrera e, peraltro, non distante dal quadrilatero dove maggiormente colpiscono.

Evidentemente, le teorie dei concittadini (alcuni impegnati da settimane in autonome ronde) non coincidono però con le prove a disposizione degli investigatori, peraltro impegnati su più piste: le indagini tenderebbero a escludere che gli autori dei piccoli furti siano gli stessi che hanno agito in via Preguda (infatti, da tutt’altra parte della città) scientificamente smurando la cassaforte da un appartamento di aspetto assolutamente ordinario: ciò indusse il proprietario a sospettare che il colpo fosse pianificato e, per le forze dell’ordine, comunque compiuto da professionisti forestieri.

Nel caso degli altri topi di appartamento e dei furti della Vigilia, la possibilità che gli autori siano piccoli criminali del posto invece esiste. A corroborare la tesi - oltre ai dettagli già precedentemente raccolti dai concittadini - c’è il percorso prescelto dai malfattori: per entrare nelle case di via Chiari, secondo testimoni sarebbero passati attraverso il parco pubblico di via Casnedi, il che andrebbe sempre a rafforzare la possibile identificazione con qualcuno domiciliato a breve distanza, che farebbe la spola tra casa propria e quelle da derubare. La tecnica è sempre di individuare finestre sul retro o non direttamente visibili dalla strada, di cui forzare le tapparelle in legno o scassinare i serramenti.

Di tutt’altro genere è stato il furto - comunque esecrabile - commesso nelle stesse ore, ma a Civate, nel cimitero, dove i fiori sono spariti dalla tomba della madre di Erika Sala: la donna ha reso noto il grave fatto; l’omaggio floreale alla defunta era stato donato dalla zia, proprio in occasione del Natale. «Il ladro, o la ladra, come possono dormire tranquilli dopo un simile gesto - si è chiesta Sala - Ma, poi, a Natale non dovevamo essere tutti più buoni?».

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