Cronaca / Circondario
Lunedì 17 Luglio 2017
Valmadrera, inchiesta rifiuti
«Si faccia chiarezza»
L’analisi di Qui Lecco Libera sull’indagine della Dda di Brescia sul traffico illecito dalla Campania - Il ruolo di Bonacina e delle sue imprese e i conferimenti a Silea: «I Comuni-soci pretendano subito trasparenza»
«Nelle carte dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Brescia e del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Milano su un presunto traffico illecito di rifiuti (ecoballe) tra la Campania e la Lombardia -venticinque indagati, tra cui l’imprenditore lecchese Paolo Bonacina - il forno inceneritore di Valmadrera occupa una posizione delicata. I Comuni soci di Silea pretendano subito chiarezza e trasparenza».
Non sarebbe così superficiale il coinvolgimento della società di Valmadrera nell’ambito dell’indagine che ha fatto emergere l’ingente smaltimento illecito nei forni inceneritori di mezza Lombardia di rifiuti provenienti dalla Campania e da Roma.
Lo affermano i militanti di Qui Lecco Libera che, in particolare, fanno riferimento, nel sostenerlo, alle ordinanze firmate a marzo e a giugno di quest’anno dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia, Alessandra Sabatucci.
«I protagonisti del presunto “commercio illegale di rifiuti” - dichiara Qll - avrebbero gestito “abusivamente” (come scrive il gip) “ingenti quantità di rifiuti speciali non pericolosi”, prodotti negli stabilimenti di tritovagliatura di Giugliano in Campania e Tufino, “non sottoponendoli alle previste attività di recupero”. Per abbattere i costi di smaltimento, Bonacina, le sue imprese (B&B Srl, BPS Srl su tutte) e soci ricorrevano secondo gli inquirenti a “fittizie operazioni di recupero”».
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