Cronaca / Circondario
Giovedì 15 Marzo 2018
Valmadrera: Aerosol
Un milione di paghe arretrate
La crisi dell’azienda, si è riunita l’assemblea del lavoratori: «Continueremo a rappresentare un’unica voce». Ma c’è chi potrebbe fare scelte diverse, non è ancora stabilito se verrà formalizzata la richiesta di messa in mora
Ammontano a quasi un milione di euro le spettanze arretrate che l’Aerosol di Valmadrera deve ai propri lavoratori.
Una cifra, complessivamente di poco superiore ai 900mila euro al netto di imposte e contribuzione, equivalente a circa cinque mensilità, che la storica ditta, attiva come terzista nel settore della farmaceutica, non ha ancora pagato ai 66 lavoratori ancora in forza e alla cinquantina fuoriusciti nel corso dei mesi, cioè da quanto l’impresa affronta una grave crisi di liquidità.
Una crisi che ha anche portato al blocco della produzione dallo scorso 15 dicembre e alla momentanea impossibilità di riprendere le lavorazioni in quanto l’impianto produttivo necessita di interventi strutturali per essere rimesso a norma, per potere cioè riottenere le necessarie autorizzazioni da Regione Lombardia.
Nessuna sostanziale passo avanti è stato fatto nelle ultime settimane, con la proprietà, rappresentata dall’amministratore unico Giovanni Bartoli, che ha voluto incontrare nella giornata di martedì i sindacati nella sede di Confindustria: «L’azienda – spiegano Nicola Cesana (Cgil), Massimo Ferni (Cisl) e Celeste Sacchi (Uil) – ci ha fatto una proposta sul pagamento soltanto dell’ultimo stipendio maturato: una parte entro una decina di giorni e la restante parte a inizio aprile. Non sono tempi che ci piacciono e per ora si tratta solo di un impegno a fare. Ci è stata avanzata anche una proposta su come pagare gli altri quattro stipendi arretrati, ma con tempi molto lunghi che non prendiamo in considerazione in quanto l’azienda ora non può pagare».
Nel corso della riunione in Confindustria Bartoli avrebbe anche sostenuto dell’esistenza di due tavoli aperti con soggetti industriali interessati e di fondi per la messa in sicurezza dell’impianto: «Bartoli – continuano i sindacati – ritiene di essere in grado di riottenere dalla Regione il via libera per riprendere la produzione in tempi brevi, a noi sembra una prospettiva eccessivamente ottimistica, è una questione di normative ambientali, che si intersecano con l’aspetto civile e con il fatto che sono necessarie operazioni per cui servono dei soldi. Noi non abbiamo evidenze su questo».
Intanto nella giornata di ieri si è riunita l’assemblea dei lavoratori Aerosol: «Abbiamo spiegato loro – sottolineano i sindacati - quali sono tutti i possibili atti da poter mettere in pratica per recuperare le somme arretrate, quali azioni fare, con che tempi e rischi. Continueremo a rappresentare un’unica voce, anche se qualcuno potrà fare scelte individuali differenti. Ad esempio una famiglia con entrambi i coniugi dipendenti di Aerosol potrebbe valutare il fatto che uno dei due dia le dimissioni per giusta causa per entrare in disoccupazione. Stiamo iniziando a fare tutto quello che è in nostro potere per tutelare i lavoratori e recuperare le retribuzioni arretrate».
Se tra i dipendenti ancora in organico in Aerosol è dunque ancora in corso una fase di valutazione, e non è quindi ancora stabilito se verrà formalizzata la richiesta di messa in mora della società, così non è per alcuni ex lavoratori: c’è infatti chi ha già adito alle vie legali, arrivando ai decreti ingiuntivi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA