Cronaca / Circondario
Venerdì 21 Luglio 2017
Un’inchiesta a Olginate
sulla cava degli “abusi”
L’ipotesi di violazioni ambientali e urbanistiche, con presunti danni per un milione e 200 mila euro. Il titolare però smentisce: «tutto in regola. E c’è l’accordo»
C’è anche la cava di Olginate, nel dossier stilato dalla commissione d’inchiesta istituita dalla Regione Lombardia, in merito a violazioni ambientali e urbanistiche effettuate nel Parco Adda Nord . La cava sotto accusa è la “Giovanni Benedetti &C. Sabbie e Petrischi” che si trova in via Alzaia “colpevole” come ha riportato ieri il quotidiano “Il Corriere della Sera” , di aver causato danni per scavi abusivi e opere edilizie su un terreno di 6 mila 500 metri quadrati. Per questi abusi la sanzione sarebbe dovuta essere di un milione e 200 mila euro, ma la ditta ne avrebbe pagati solo 17 mila euro, grazie a un accordo siglato lo scorso autunno dal sindaco Marco Passoni e dall’ex presidente del Parco, Agostino Agostinelli.
Ma a Olginate si racconta tutta un’altra storia. Il titolare della ditta, Giovanni Ferreri parla di “bufala immane”. Dal municipio spiegano che si è seguito tutto un iter preciso con verifiche, incontri controdeduzioni che smentiscono l’entità clamorosa dell’abuso. Lo sconfinamento non sarebbe stato su un’area totale di 6 mila 500 metri quadrati, ma 180 metri quadrati. La sanzione per questo è scesa a 17 mila euro, ma che la ditta - da tutti riconosciuta come seria - deve rimediare al proprio errore, anche con opere di compensazione ambientale del valore di 100 mila euro.Nessuna “cava degli abusi”.
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