Tumori al fegato, studio scagiona l’inceneritore di Valmadrera: «Colpa del virus dell’epatite C»

È «una coincidenza tra eventi completamente indipendenti tra di loro», secondo Ats Brianza, il fatto che «nell’area di maggiore ricaduta dei fumi provenienti dall’inceneritore di Valmadrera si verifica un maggiore rischio di tumore al fegato». La relazione, diffusa dal Comune, indica tra queste «coincidenze» le «concentrazioni territoriali relativamente elevate delle ricadute di particolato proveniente dal termovalorizzatore e le infezioni dovute a malattia di tipo virale, con evoluzione cronica. È proprio il virus ad avere verosimilmente determinato (sulla medesima popolazione interessata dalla ricaduta dei fumi) l’eccesso di ricoveri e mortalità per epatocarcinoma - tumore al fegato, appunto - rilevato nell’ambito dello studio precedente».

Nel 2018 (come si ricorderà) la ricaduta dei fumi fu oggetto di un’indagine epidemiologica che aprì la porta a questo dubbio. Dichiara il sindaco di Valmadrera Cesare Colombo: «il nuovo approfondimento dello studio epidemiologico, svolto da Ats sulla presenza di tumori al fegato nella comunità di Valmadrera, esclude dunque relazioni tra la malattia e le emissioni dell’impianto di Silea. L’approfondimento completa i risultati dello studio originario. Come sindaco, in accordo con la presidente di Silea Francesca Rota e il Cda, faremo comunque sì che continui questa attività di indagine sanitaria in collaborazione con esperti autorevoli».

Per ora «lo sviluppo del primo studio è avvenuto nell’ottica di chiarire - ricordano Comune e Silea - la frase finale: “L’eccesso di rischio dei tumori del fegato e delle vie biliari merita un approfondimento per quanto riguarda le possibili cause”. Ora, il secondo studio dice che la causa principale del tumore è l’infezione da virus dell’epatite C e le due patologie sono notoriamente correlate. L’approfondimento di Ats ha in particolare riguardato l’analisi delle informazioni disponibili, relative ai soggetti con codice di esenzione per epatite C rilevando che tra i residenti nel comune di Valmadrera la prevalenza di esenti per epatite C è quasi due volte superiore, in maniera statisticamente significativa, seppure i risultati dello studio non mostrino eccessi di rischio in sé significativi. In ogni caso, non si sono notati effetti sulla salute per altre patologie come linfomi non Hodgkin, sarcomi dei tessuti molli, malattie cardiovascolari e respiratorie. In conclusione, per quanto riguarda il quesito principale per cui è stato condotto lo studio, per la quasi totalità delle cause indagate i risultati non mettono in evidenza una relazione chiara e ben caratterizzabile con l’esposizione a una maggiore ricaduta di inquinanti emessi dall’impianto di incenerimento situato nel comune di Valmadrera. La spiegazione semplice e basata su evidenze scientificamente certe è che l’insorgenza del tumore al fegato è dovuta al virus».

Lo studio del 2018 aveva evidenziato «il rischio di ospedalizzazione per tumori del fegato e delle vie biliari significativamente più alto tra chi risiede nelle aree a maggiore concentrazione di ricaduta di particolato, rispetto a chi risiede nell’area a minore ricaduta (oltre due volte e mezza più elevato per le donne e oltre due volte più elevato per gli uomini)»: ciò suscitò preoccupazione persino nell’allora sindaco Donatella Crippa.

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