Cronaca / Circondario
Domenica 19 Febbraio 2017
Trentasei anni all’elettorale
Angelo Falbo lascia il Comune
Quarantrè elezioni e una vita all’ufficio più esposto alle critiche :«Non posso più lavorare così vado a Olginate»
Trentasei anni in Comune ai servizi demografici e dal 1 marzo nuova vita.
Angelo Falbo responsabile dell’ufficio e per dodici anni anche dirigente a chiamata, lascia la sua postazione punto di riferimento per i cittadini, giornalisti, politici e amministratori, per un comune molto più piccolo e meno problematico come quello di Olginate.Un’altra perdita importante per il Comune che sta assistendo a un esodo mai visto .
«Quando non si riesce a lavorare bene si scappa - commenta rassegnato - c’è una tensione che si taglia con il coltello. Mai lavorato così in tutti questi anni. Io a dire il vero non ho problemi, tutti gli assessori sono venuti qui a salutarmi e ringraziarmi ma io ringrazio prima di tutto i miei collaboratori e chi mi ha insegnato il mestiere. In questo ufficio siamo una macchina da guerra» .
Una macchina rodata certo, ma che ora sentirà la mancanza del primo pilota. In trentasei anni ha gestito 43 tra elezioni e referendum e ha visto passare leggi, sindaci e tecnologia.
«Ho preso il posto di Giovannino Mauri che mi ha insegnato tutto - ricorda e a lui va il mio primo ringraziamento. Il secondo a Ivan Mauri, allora assessore socialista nella giunta Boscagli Polverari che credette in me: nell’85 acquistammo computer per l’anagrafe. Se non avessimo rischiato saremmo andati avanti con le targhette di ferro»
Un’era geologica in termini di cambiamenti e innovazioni
«Dalle preferenze all’elezione diretta del sindaco, dal sindaco Resinelli a Brivio - ricorda - dalla carta al digitale. E poi le leggi che cambiano in continuazione, interpretazioni su interpretazioni , paletti e vincoli come l’ultima sulle unioni civili che è un ginepraio. Quando iniziai pensavo di voler far il segretario generale, mi sono laureato in legge apposta ma oggi non lo farei più. I politici decidono e noi dobbiamo firmare e poi ci denunciano se firmiamo qualcosa di non corretto».
E il riferimento al segretario comunale e alla “guerra” dei dirigenti sul caso Bione è inevitabile.
«Io sono stato corretto ho sempre solo applicato la legge ma a volte come nel caso del mancato matrimonio il giudice ci ha condannati - dice - e ancora oggi sono convinto di aver fatto il mio dovere, ciò che prescrive la legge». Ma lo stress è insopportabile, per dodici anni «ho fatto sia il dirigente che il funzionario e non è sostenibile. Se facessero un concorso per dirigente parteciperei di certo ma a chiamata basta». E dopo anni di sonniferi per riuscire ad addormentarsi e poco tempo per la famiglia e la squadra di calcio di bambini che allena, ha deciso di gettare la spugna. Ma non senza rimpianto.n
Lorenza Pagano
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