
Cronaca / Circondario
Martedì 22 Aprile 2025
«Trasmetteva pace e serenità». Papa Francesco nel ricordo di Angelo Fontana
Monte Marenzo
C’è un ricordo che Angelo Fontana custodisce con struggente lucidità e affetto: l’incontro con Papa Francesco avvenuto nel 2014, in Vaticano, insieme a suo nipote Fabrizio e al fratello Gerolamo. Era un giorno di luce, carico di speranza, un giorno che ancora oggi – dieci anni dopo – risplende nella memoria e nel cuore.
«Papa Francesco ci lascia un grande vuoto – racconta Angelo –. A me, personalmente, ha trasmesso un senso profondo di serenità e pace. Sono rimasto colpito dalla sua disponibilità: riusciva a mettere a proprio agio ogni persona. Quel giorno, ero dietro a Fabrizio e a mio fratello Gerolamo, e vedevo con i miei occhi l’empatia che si era creata tra loro, anche se per pochi istanti. Di quell’incontro, ho un ricordo indelebile».
A renderlo possibile, un gesto semplice ma potente: una lettera scritta da Fabrizio Fontana, oggi 39enne, allora giovane uomo affetto dalla distrofia muscolare di Duchenne, al Papa. Nella missiva indirizzata al Pontefice, Fabrizio raccontava la sua vita. Descriveva la malattia, la perdita precoce della madre, ma anche la forza che gli deriva dalla sua famiglia, dagli amici, dal lavoro, dalla quotidiana voglia di vivere.
«Non mi sono mai arreso – scriveva –. La mia malattia non mi ha mai rovinato la vita, anzi, credo che abbia contribuito a farmi essere la persona che sono».
Nella lettera parlava dell’impegno del padre e dello zio a favore di Telethon e dell’impegno per promuovere la cultura del dono e le tanti attività svolte per sostenere la ricerca per trovare le cure alle malattie rare.
Parole che hanno toccato il cuore di Papa Francesco, tanto da invitarlo personalmente in udienza. «Dalla prima volta che ho udito la sua voce – continuava Fabrizio – ho capito di avere davanti una persona che cambierà le vite di tutte le persone dell’intero pianeta. Vorrei tanto pensare di avere un amico in più ed avere una sua carezza, perché sono sicuro che mi darà la forza di combattere la mia bruttissima malattia e affrontare il destino che Dio ha scritto per me».
Una carezza che il Papa concesse a Fabrizio dimostrando quella grande umanità che oggi tutti gli riconoscono. Un gesto semplice, che per Fabrizio e la sua famiglia è diventato simbolo di un amore per il prossimo capace di travalicare ogni barriera.
E a undici anni da quella carezza, nei giorni del lutto per la scomparsa del Papa, il ricordo di quell’incontro tanto desiderato, torna ad affacciarsi più vivido che mai nella memoria di chi l’ha vissuto.
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