Cronaca / Circondario
Venerdì 25 Settembre 2015
Trafilerie del Lario
Un addio annunciato
Nessun rilancio: da martedì 29 i dipendenti dell’impresa calolziese entreranno nelle liste della mobilità
La crisi era esplosa nell’autunno di due anni fa, poi a più riprese si era parlato dell’arrivo di nuovi imprenditori
Mobilità. I 51 dipendenti della Trafilerie del Lario di Calolzio (ex Trafilerie Brambilla) da martedì 29 saranno in mobilità. Il giorno prima scade l’anno di cassa integrazione straordinaria senza che ci siano possibilità di ripresa produttiva. Dopo più di novant’anni di attività, l’azienda chiude.
Va disperso un patrimonio imprenditoriale e - soprattutto - si perdono 51 posti di lavoro che erano 76 quando il tribunale sentenziò il fallimento. Mercoledì, i sindacati hanno incontrato i lavoratori ai quali sono anche stati presentati i passaggi per accedere alla mobilità. La crisi dell’impresa calolziese era esplosa nell’autunno del 2013. È di quel periodo anche il cambio di denominazione, da Trafilerie Brambilla a Trafilerie del Lario. Ricorda Elena Rossi della Fiom-Cgil: «Tutto è cominciato quando l’azienda denunciò una sofferenza finanziaria». A seguito di tale situazione finanziaria, «sono stati vani - ricorda la sindacalista - i tentativi di accedere al concordato». Nel 2104, sembrava che la vicenda potesse trovare una soluzione con l’ingresso nel capitale dell’azienda dell’imprenditore turco Celick Halat. Ma, come ricorda Elena Rossi, l’offerta di Halat era «insufficiente a soddisfare le necessità del concordato». Si è così arrivati al fallimento. Anche durante quest’ultima fase della vicenda delle Trafilerie del Lario fu annunciato l’intervento di imprenditori pronti a rilanciare la produzione. Ma dopo le settimane sono passati i mesi senza che nulla si concretizzasse, fino all’attuale epilogo.
Elena Rossi sottolinea: «Durante le procedure fallimentari o pre fallimentari, tutti sono disorientati. Si alternano speranza e delusione. E spesso capita si vada alla ricerca di un colpevole, dimenticandosi - dice la sindacalista - che tutto viene generato dalla difficoltà imprenditoriale ad affrontare il grande cambiamento in atto. Difficoltà che vede eccellenti imprenditori di qualche anno fa non riconoscere in tempo il momento in cui passare la mano. In tutto questo, i lavoratori passano da una situazione di certezza ad una situazione di precarietà, e di insufficiente capacità a far fronte ai bisogni. Lavoratori ai quali siamo vicini per dare il miglior supporto, e la garanzia che sul territorio faremo tutto quanto è in nostro potere per affrontare questo periodo difficile. Lo faremo nel rispetto della nostra etica e in collaborazione con le istituzioni».
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