Statale 36, in un solo anno 200 feriti
Secondo l’Istat nel tratto lecchese della super si registra un incidente con lesioni ogni tre giorni. Riva (Aci Lecco): «È la strada più pericolosa della Lombardia»
Nel 2023 si sono verificati 124 incidenti con lesioni lungo il tratto lecchese della statale 36. Questi episodi hanno provocato 193 feriti e un morto. È quanto emerge dai nuovi dati diffusi da Aci e Istat. «Questi dati – commenta Lorenzo Riva, presidente Aci Lecco – confermano quanto già evidente da altri numeri forniti da Regione, ovvero che la ss36 è la strada più pericolosa della Lombardia. Per ridurre il numero degli incidenti è fondamentale il rispetto delle regole, tra cui il rispetto del limite di velocità e il non utilizzo del cellulare alla guida. Serve una presa di coscienza da parte di tutti, dagli automobilisti ai pedoni e ai ciclisti. In questo il nuovo codice della strada, al di là delle critiche, potrebbe aiutare». In dettaglio, salendo in direzione nord il primo tratto critico risulta essere quello compreso tra i chilometri 34 e 37, corrispondenti alla zona tra Tabiago e lo svincolo di Bosisio verso la Nostra Famiglia. In questi quattro chilometri, infatti, si sono verificati ben 17 incidenti con un morto e 24 feriti. Proseguendo sempre in direzione Sondrio il secondo tratto più a rischio risulta essere quela lo compreso tra i chilometri 43 e 46, corrispondenti alla zona tra Civate e il primo tratto della galleria del Monte Barro.
Qui nel 2023 sono stati registrati 15 incidenti stradali con 15 feriti e nessun decesso. Ancora più significativi sono i numeri sugli incidenti registrati sui tre chilometri compresi tra il ponte Manzoni e il primo tratto dell’attraversamento sotto Lecco: 22 incidenti con 38 feriti e nessun decesso. Una cifra che certifica la delicatezza di quel tratto di statale, soprattutto se si pensa alle conseguenze che ognuno di quegli incidenti ha avuto sulla viabilità locale. Secondo l’analisi di Aci e Istat, l’ultimo tratto critico è quello compreso tra i chilometri 55 e 57, corrispondenti alla zona tra l’uscita del tunnel sotto il San Martino e lo svincolo di Abbadia. Lungo questi tre chilometri nel 2023 si sono registrati 18 incidenti con 23 feriti e nessun decesso.
«A livello di infrastruttura – aggiunge Riva – ci saranno dei miglioramenti sul tratto Giussano – Civate della ss36 grazie alle Olimpiadi. Quando si arriva al Monte Barro, però, c’è ben poco da fare. La galleria e l’attraversamento sotto Lecco sono state costruite quarant’anni fa. In tutto questo tempo il mondo si è evoluto e il numero di macchine si è moltiplicato all’infinito. Sul piano infrastrutturale bisognerebbe concentrarsi invece sulla Lecco-Bergamo, mai realizzata nonostante le promesse, e sulla possibilità, che per ora è un sogno, di allungare la tangenziale almeno fino a Merate». A causa di questi numeri, la ss36 risulta essere di gran lunga l’arteria viabilistica più pericolosa in provincia di Lecco. La seconda strada più a rischio, ovvero la ss639, si ferma a “soli” 34 incidenti con 2 morti e 41 feriti. Quasi la metà dei sinistri stradali, ovvero 16 su 34, si è verificata tra i chilometri 28 e 30, corrispondenti alla zona di Calolziocorte e Vercurago. Questi sedici incidenti hanno provocato 17 feriti e un decesso.
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