Statale 36 nella morsa del traffico. Il sindaco di Civate: «Serve la metropolitana leggera»

«Servono soluzioni a lungo termine per il Lecchese. Una su tutte? La metropolitana, di superficie, come c’è in tutto il mondo»: a dirlo è Angelo Isella, sindaco di Civate che, ogni due per tre, si ritrova nella morsa del traffico «per l’ennesimo incidente sulla statale 36, come oggi - dice - e come pressoché tutti i giorni, oppure per l’allagamento della ciclabile e della rampa, di cui Anas dovrebbe occuparsi da tempo e che andranno forse in porto nel 2025; per non parlare dell’assalto tutte le domeniche, dei turisti mordi e fuggi».

La soluzione? Portare avanti e indietro i milanesi in metro. «Più precisamente - puntualizza Isella - mi riferisco alla linea elettrica presente in tutte le aree più avanzate del mondo e la Lombardia lo è sicuramente, in particolare la zona proprio tra Milano e Lecco. Il tema della statale 36 è determinante: vedremo ovviamente solo alla fine quanto i lavori previsti da Anas tra le opere per le Olimpiadi 2026 saranno risolutivi: speriamo che lo siano, ma questa - ricorda Isella - è una strada interessata da volumi sempre maggiori di traffico, pertanto una visione della politica a medio e lungo termine da parte delle istituzioni deve essere lungimirante».

Per Isella l’obiettivo «deve quindi essere di evitare che tutti si debbano sempre spostare necessariamente uno per macchina. Serve un investimento sul miglioramento e sul potenziamento dei trasporti pubblici e, personalmente, sono un sostenitore assoluto di una linea elettrica, tram o metropolitana». Isella non ha dubbi: «Lì dove c’è la Ss36 deve venire su un allungamento della metropolitana di superficie. Bisogna togliere macchine dalla strada, perché la morfologia stessa del nostro territorio è tale da imporlo. Lo avevo detto anche ai tavoli col ministero, tre o quattro anni fa, quando il dibattito era aperto, e diretto, ai tempi della riqualificazione dei ponti di Annone e Civate; da parte mia, fu affermato durante una riunione in Prefettura e la risposta fu che a Roma c’era una discussione aperta su questo tema: non so ora quanto sia sui tavoli e quanto sia finita nei cassetti, comunque penso che, al di là degli interventi tampone, serve una visione lungimirante.

Va benissimo il quarto ponte, la riqualificazione delle gallerie, l’eliminazione degli intoppi tra Civate e Suello quando piove, ma fondamentalmente va modificato l’approccio culturale alla mobilità, anzitutto da parte delle istituzioni che devono strutturarla e gestirla».

Ulteriore affondo di Isella: «Se le risorse vanno a sostenere il potenziamento dell’automobile elettrica, anziché della linea ferroviaria elettrica, non è la direzione giusta per gestire la mobilità. Da parte nostra puntiamo anche sulla ciclabile, che verrà resa più fruibile e si ricollegherà, dall’anello attorno al lago, alla rete sovracomunale ma i ragionamenti sulla mobilità lungo la 36 rientrano tra le istanze che la politica lecchese deve portare ai tavoli, da Milano a Roma, senza nulla togliere a quelle (come il quarto ponte) rappresentate fino adesso».

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