
Cronaca / Circondario
Venerdì 11 Aprile 2025
Sempre meno ragazzi in provincia di Lecco: sono diminuti dell’8%
solo negli ultimi cinque anni
Tra il 2019 ed il 2024 il numero di ragazzi è residenti è cresciuto o rimasto uguale solo in otto comuni su 84: Airuno (+6); Cassago (+20); Cassina Valsassina (+7); Crandola Valsassina (0); Margno (+8); Morterone (+1); Sueglio (+1); Taceno (+19)
Lecco
Tra il 2019 e il 2024 il numero di minori residenti in provincia di Lecco si è ridotto di 4.153 unità. A rivelarlo sono i dati sull’evoluzione della popolazione under18 negli 84 comuni lecchesi pubblicati da Openpolis. Nel dettaglio, si è passati dai 54.333 minori del 2019 ai 50.180 del 2024. Ciò significa che gli under18 costituiscono circa il 15% del totale dei residenti in provincia di Lecco, pari 334.650 al 31 dicembre 2024.
Nei sei anni considerati il numero di ragazzi è residenti è cresciuto o rimasto uguale solo in otto comuni su 84: Airuno (+6); Cassago (+20); Cassina Valsassina (+7); Crandola Valsassina (0); Margno (+8); Morterone (+1); Sueglio (+1); Taceno (+19). I cinque comuni ad aver perso più minori residenti nello stesso periodo di tempo sono Brivio (-136), Robbiate (-138), Mandello del Lario (-170), Verderio (-188), Lecco (-657). Simili numeri evidenziano un problema complesso, dovuto al sovrapporsi di più dinamiche e difficilmente risolvibile con iniziative spot. Del resto, l’indagine sulle attitudini alla genitorialità in Lombardia realizzata da Polis Lombardia e Swg alla fine dello scorso anno rivela come il 70% degli intervistati, 2.117 cittadini d’età compresa tra i 18 e i 49 anni, hanno o avevano intenzione di fare figli, quota che sale al 79% tra i 18 – 24enni. «Avere figli? È ancora sentito come un valore importante. I figli li si vuole, ma “non adesso”.
La vera difficoltà non è la rinuncia: è il rinvio. Rinvio che, col tempo, diventa rinuncia» ha commentato l’ex presidente Istat Giancarlo Blangiardo durante la presentazione dei risultati dell’indagine. La sfida per il sistema sembra quindi essere quella non di convincere più giovani a fare figli bensì di creare le condizioni affinché una coppia possa concretizzare un’intenzione/desiderio che già nutre. Del resto, il 63% degli intervistati dichiara che avere figli è un «azzardo che vale la pena compiere».
L’alternativa è un circolo vizioso. Perdere oltre il 20% dei propri residenti under 17 in soli sei anni, come accaduto a Varenna, Valvarrone, Rogeno, Pagnona, Ello e Dorio, accelera l’invecchiamento di queste comunità, portando alla chiusura di servizi essenziali e all’indebolimento del sistema economico. Quell’8% di under18 venuto a mancare a livello provincia avrebbe potuto rappresentare “capitale umano”, in termini di lavoro, prezioso per un territorio con un tessuto industriale tra i più ricchi e vivaci del paese ma che da qualche anno fatica tantissimo ha trovare lavoratori specializzati o anche solo da formare. L’86% degli intervistati nell’indagine Polis-swg indica l’insicurezza economica di base come disincentivo ad avere figli mentre il 78% indica l’assenza di una situazione abitativa adeguata. Il 54% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni indica la paura delle difficoltà economiche come ostacolo all’intenzione di avere un figlio.
Certo, il tema non è solo far rimanere in Italia le coppie (700mila neolaureati hanno lasciato il paese nel 2024) e metterle nelle condizioni di concretizzare il desiderio di diventare genitori. Il tema è anche creare le condizioni affinché i figli possano crescere e a loro volta creare una famiglia nel territorio se lo desiderano. Per esempio, solo il 24% degli intervistati con figli nell’indagine di Polis ha potuto contare su servizi pubblici per la cura dei propri figli. Sembrano quindi fondamentali gli investimenti negli asili così come lo sono quelli nei luoghi dello sport o nei centri di aggregazione per i ragazzi, nelle scuole e nei centri di formazione. Tutto ciò in un quadro in cui ogni territorio ha le sue peculiarità e pertanto la risoluzione del problema richiede il coinvolgimento dell’intero sistema. Due esempi su tutti: Calolziocorte e Merate, due dei comuni più popolosi della Provincia interessati da investimenti speculari per la costruzione della palestra dei rispettivi istituti superiori, in sei anni hanno perso rispettivamente 113 e 36 under18.
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