San Pietro al Monte verso l’Unesco, un aiuto alla Fondazione comunitaria del Lecchese

La Fondazione comunitaria del Lecchese Onlus ha ricevuto un contributo di 35 mila euro da Regione Lombardia per il progetto “Insediamenti Benedettini Altomedievali in Italia”. Il contributo è stato assegnato sull’Avviso Unico Cultura, nell’Ambito dei Riconoscimenti Unesco e aree e parchi archeologici non statali.

Grande la soddisfazione della presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese, Maria Grazia Nasazzi : «E’ un contributo che aiuta il nostro lavoro per il riconoscimento Unesco di San Pietro al Monte e di altri sette insediamenti benedettini. Per dare sempre più credibilità alla nostra richiesta all’Unesco, abbiamo potenziato il comitato scientifico con l’entrata del professor Carlo Tosco, grande esperto di insediamenti medievali. In questo senso mi piace ricordare che noi siamo stati presentati a Parigi, dove è la sede che decide le assegnazioni, dal Ministero della Cultura italiano. Regione Lombardia è sempre stata al nostro fianco e la ringrazio con particolare riferimento alle figure dell’assessore Francesca Caruso e del sottosegretario Mauro Piazza. Sarà proprio la nostra Regione a fare da volano per le altre che partecipano al progetto».

Ricordiamo che tutto è iniziato nel 2010, quando si pensava di “far correre” San Pietro al Monte da solo, poi, nel 2013 la Fondazione comunitaria del Lecchese, presieduta allora da Mario Romano Negri, coadiuvato da Emilio Amigoni , decise di dare vita alla proposta di un sito seriale comprendente, insieme a San Pietro, un numero significativo di monasteri benedettini altomedievali situati in contesti paesaggistici particolari, in quanto emblematici degli universali valori espressi dal monachesimo benedettino. Nacque così il progetto denominato “Il paesaggio culturale degli insediamenti benedettini dell’Italia Medievale”.

Secondo le linee guida Unesco, è stato selezionato un limitatissimo numero di monasteri. Gli insediamenti benedettini che il comitato scientifico, in accordo con il Ministero, ha giudicato necessari e sufficienti ad esprimere gli eccezionali valori universali del monachesimo benedettino medievale, sono otto, distribuiti su sei regioni: San Pietro al Monte (Lombardia), Subiaco, Montecassino, Farfa (Lazio), San Vincenzo al Volturno (Molise), la Sacra di San Michele (Piemonte), San Vittore alle Chiuse (Marche), Sant’Angelo in Formis (Campania). Il progetto è entrato ufficialmente nella “Tentative List” e cioè nella lista propositiva Unesco. E’ il primo, decisivo passo verso la meta del riconoscimento ufficiale come patrimonio dell’umanità.

«Tutto il lavoro che è stato fatto sino a questo momento - conclude Maria Grazia Nasazzi - dimostra che è premiante la coralità dell’impegno».

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